VALERIA GIACOMELLO
Cronaca

Sergio Fogagnolo agli studenti "Mio padre trucidato in piazzale Loreto perché noi figli avessimo un futuro"

A scuola di antifascismo a Mediglia per i ragazzi delle terze medie dell’istituto comprensivo Loi. La dirigente Laura Lucia Corradini: "Opportunità di imparare attraverso un’esperienza diretta".

Sergio Fogagnolo agli studenti "Mio padre trucidato in piazzale Loreto perché noi figli avessimo un futuro"

di Valeria Giacomello

A scuola di antifascismo con Sergio Fogagnolo, il cui padre Umberto fu trucidato nell’eccidio di piazzale Loreto. Una preziosa lezione di storia della nascita della Repubblica italiana organizzata dall’Anpi di Mediglia per i ragazzi delle terze medie dell’istituto comprensivo Emanuela Loi, circa 120 ragazzi suddivisi nei 3 plessi scolastici di Mombretto, Bustighera e Bettolino. "È una bella opportunità per i nostri studenti - ha spiegato la dirigente scolastica Laura Lucia Corradini - di imparare i fatti storici attraverso un’esperienza diretta e in modo molto più coinvolgente rispetto ai libri di testo. Le insegnanti hanno approfonditamente preparato i ragazzi a questo incontro". Una storia personale e umana, quella di Umberto Fogagnolo e della sua famiglia, intrecciata in modo indissolubile a quella della Resistenza al nazifascismo. "I miei genitori - è il racconto di Sergio - hanno entrambi combattuto al fianco dei partigiani perché hanno messo il futuro di noi figli al primo posto. Per mio padre la libertà e la democrazia erano più importanti della sua stessa vita ed è questo il suo lascito a tutti noi". Arrestato, imprigionato a Monza e torturato, Umberto fu trasferito nel carcere di San Vittore a Milano l’8 agosto 1944, lo stesso giorno in cui in viale Abruzzi venne fatto esplodere un camion tedesco. L’attentato fu utilizzato come pretesto per compiere una rappresaglia contro quindici partigiani che, senza avere subito un processo, il 10 agosto furono trucidati a piazzale Loreto, lasciando i loro corpi macabramente esposti come monito. Fogagnolo all’epoca aveva 3 anni e l’unico ricordo rimasto è nelle fotografie della sua famiglia che suo padre teneva sul cuore al momento della fucilazione, sulle quali sono evidenti i buchi provocati da una pallottola e le tracce del suo sangue. Si dovette attendere fino al 9 giugno 1999 affinché Theodor Saevecke, il boia di piazzale Loreto, venisse processato dal Tribunale Militare di Torino e condannato all’ergastolo, anche se non fece neanche un giorno di carcere. "Siate depositari di quel diritto - ha dichiarato Fogagnolo rispondendo alle numerose domande dei giovani ascoltatori - che vi è stato trasmesso da coloro che sono morti affinché voi poteste esercitarlo".