N.P.
Cronaca

Milano, in duemila per Ramelli: "Presente" e saluto romano / FOTO E VIDEO

La commemorazione in viale Argonne

Saluto romano durante la commemorazione per Sergio Ramelli (Newpress)

Saluto romano durante la commemorazione per Sergio Ramelli (Newpress)

Milano, 30 aprile 2018 - La più classica e pronosticabile delle conclusioni per un 29 aprile che si rispetti in casa dell’estrema destra milanese. Arriva poco prima delle 20.30 di ieri, al termine di una giornata passata in giro per la città a ricordare Carlo Borsani, Enrico Pedenovi e Sergio Ramelli: per tre volte, i militanti radunati in fondo a viale Argonne hanno risposto alla chiamata del «Presente» con un saluto romano di massa, in barba a prescrizioni e timori per eventuali conseguenze giudiziarie (ormai sempre meno temibili viste le recenti sentenze). Circa duemila le persone in piazza, con un imponente schieramento di polizia e carabinieri a sorvegliare la zona per scongiurare eventuali blitz antagonisti: presidio statico davanti alla chiesa dei Santi Nereo e Achilleo e mini-corteo silenzioso fino in via Paladini per portare un fiore o una candela davanti al murale «Ciao Sergio» tirato a lucido dopo gli imbrattamenti di qualche mese fa.

Per chi non lo ricordi, il fiduciario del Fronte della Gioventù fu aggredito il 13 marzo 1975 proprio lì, all’altezza del civico 15, a colpi di chiave inglese da esponenti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia: ricoverato d’urgenza in ospedale per le gravissime ferite alla testa, il 18enne morì il 29 aprile, dopo 48 giorni di agonia. Esattamente dodici mesi dopo, la stessa tragica fine toccò a Enrico Pedenovi, consigliere provinciale in quota Movimento sociale: alle 7.45, l’avvocato, al volante della sua auto, fu circondato in strada da un commando legato all’organizzazione terroristica Prima Linea e ucciso a colpi di pistola.

Come ogni anno, ieri pomeriggio parenti, amici ed esponenti di destra ed estrema destra (dall’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato di FdI ad Angela De Rosa di CasaPound, fino ai giovani in felpa nera di Lealtà Azione) si sono ritrovati sotto la sua abitazione, in viale Lombardia. Per il Comune c’era il vicesindaco Anna Scavuzzo, senza fascia tricolore come già scelto nel recentissimo passato prima da Giuliano Pisapia e poi da Giuseppe Sala: «Sono qui per dire che quello che ci deve accomunare è la lotta contro la violenza, al di là delle diversità».