ANDREA GIANNI
Cronaca

"Ha venduto 'serpenti' Bulgari falsi": la marchesa Minozzi Brivio Sforza rischia processo

Chiuse le indagini, è accusata di truffa e ricettazione. Lei si difende: ero in buona fede

Marta Minozzi Brivio Sforza

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Milano, 7 ottobre 2022 - Le accuse formulate sono di truffa per la vendita dei gioielli al commerciante Albert Hamadani e ricettazione per il possesso di "copie non autentiche di bracciali-orologi della linea Serpente marca Bulgari" finite al centro di una battaglia legale. La Procura di Milano ha chiuso le indagini preliminari a carico della marchesa milanese Marta Minozzi Brivio Sforza, atto che solitamente prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. Un provvedimento nell’ambito di una intricata vicenda, con indagini fra Milano e Roma, che ha mosso i primi passi nel luglio 2019, quando Hamadani acquistò dalla marchesa per 200mila euro due gioielli con orologio incastonato presentati come “serpenti Bulgari“, modello reso celebre anche dall’attrice Liz Taylor, con tanto di perizia della ditta Illario 1920 di Valenza, che ne attestava la realizzazione negli anni ‘70 per conto della maison romana.

Hamadani, noto commerciante milanese di gioielli, a sua volta ha rivenduto i preziosi a Monte Carlo, ma l’acquirente del Principato li ha rimandati indietro sostenendo che i serpenti, pur realizzati con materiali preziosi, non sono Bulgari autentici. La stessa maison, dopo aver esaminato a Roma i gioielli per conto di Hamadani, ha concluso in una perizia che non sono "una creazione originale", e che la produzione dei bracciali è successiva agli anni ’70. E ha avvertito che la messa in commercio con il marchio Bulgari è fuorilegge. Hamadani, assistito dall’avvocato Piero Porciani, ha sporto denuncia alla Procura di Milano. È scaturita quindi un’indagine a carico della nobildonna 70enne, seconda moglie del marchese Annibale Brivio Sforza e regina dei salotti milanesi.

Indagine passata anche attraverso una prima richiesta di archiviazione, ritenendo che la donna avesse agito "in buona fede", alla quale Hamadani si è opposto. La richiesta è stato poi revocata dal pm, che ha disposto nuovi accertamenti. Nel frattempo, infatti, la Procura di Roma aveva posto sotto sequestro i gioielli che erano stati inviati nella capitale per la perizia Bulgari, in quanto considerati merce contraffatta. E aveva aperto a sua volta un fascicolo d’inchiesta, trasmesso a Milano per competenza territoriale. Con la chiusura delle indagini, secondo l’avvocato Porciani, "finalmente abbiamo un primo punto fermo sulla vicenda", anche se "il mio assistito per essersi fidato di una donna dal cognome così altisonante si è trovato senza soldi e senza gioielli".

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di Marta Minozzi Brivio Sforza viene formulata dalla Procura l’accusa di ricettazione per il possesso delle "copie non autentiche" e di truffa per aver proposto ad Hamadani "due bracciali con orologio in testa della linea “Serpente“ marca Bulgari rivelatesi copie non autentiche", per aver "rappresentato l’originalità dei monili con attestazioni di expertise rivelatasi successivamente falsa" e in sostanza per aver indotto "in errore Hamadani circa l’effettiva originalità dei monili in tal modo conseguendo l’indebito profitto di 200mila euro con paritetico danno per la persona offesa". La marchesa, che ha scelto di farsi interrogare dal pm (al termine il difensore, l’avvocato Marco Ventura, ha chiesto di archiviare il procedimento), ha respinto ogni accusa, sostenendo di essere stata certa dell’originalità dei gioielli al momento della vendita. E l’expertise? A suo dire le era stata offerta gratuitamente da Illario, che aveva incontrato all’inaugurazione di una mostra sui gioielli al Museo Poldi Pezzoli.