Milano, 3 luglio 2020 - Undici indagati nell'inchiesta della procura di Milano sulle truffe nei confronti di centinaia di utenti delle compagnie telefoniche che si sono visti addebitare dei servizi a pagamento senza aver mai dato il consenso. Perquisizioni e sequestri sono stati effettuati nella sede legale di Windtre, a Rho, dagli uomini del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza e contestualmente la procura ha inviato una lettera all'Autorità garante per le comunicazioni in relazione alla posizione di Vodafone, Tim e un'altra società.
Secondo le indagini, ai consumatori venivano addebitati costi per servizi a pagamento sui cellulari che non avevano chiesto e per cui non avevano dato il consenso. Bastava visitare una pagina web, talvolta con l'inganno di banner pubblicitari e, senza far nulla ('Zero Click', la tecnica usata), per trovarsi istantaneamente a essere abbonati a un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico ogni settimana o mese in cambio dell'accesso a contenuti come notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip, video o altro. Fenomeno illecito che, come dai riscontri acquisiti dal consulente informatico della Procura di Milano, non si e' interrotto neppure durante la recente emergenza sanitaria nazionale da Covid-19.
Si tratta di un business illecito da milioni di euro con opportunità di guadagno anche mediante le attivazioni dei servizi VAS sulle connessioni mobili usate tra macchine per lo scambio di dati (le cosiddette machine to machine, M2M) senza alcun consenso da parte di utenti. Le ipotesi di reato sono frode informatica ai danni dei consumatori, l'intrusione abusiva a sistema telematico e la tentata estorsione contrattuale commessa da 3 persone - alcuni con ruoli dirigenziale - di Windtre in concorso con aggregatori/hub tecnologici, content service provider (CSP) . Attualmente sono undici le persone indagate mentre 12 sono i milioni di euro già sottoposti a sequestro preventivo. L'Agcom è stata compiutamente informata.
"Serve una responsabilizzazione delle piattaforme digitali usate dalle società multiutility che permettono a queste situazioni di proliferare. Se non si pone un controllo, si crea una asimmetria di potere tra gli enormi agglomerati economico-finanziari e i cittadini, che diventano oggetto delle peggiori scorrerie", haha detto il procuratore della Repubblica di Milano, Francesco Greco, commentando l'operazione. "Il consumatore ignaro è esposto a siti falsi, che erogano servizi falsi", ha sottolineato ancora Greco. Quello del cybercrime e' un "problema esiziale in un mondo iperoconnesso" a suo avviso, perche' rende i cittadini vulnerabili ed "esposti a qualsiasi cosa". "Sono convinto che il cybercrime e la frode siano la vera caratteristica della moderna criminalità: dopo i disastri ambientali e climatici sono il terzo problema del mondo. Ma, purtroppo, non è percepito come tale nè nella cultura generale ne' nelle forze dell'ordine", ha considerato ancora il numero uno della procura di Milano, che ha fortemente voluto l'istituzione di un quarto dipartimento della magistratura inquirente milanese, che si occupa di questi reati, affidandolo all'Aggiunto, Eugenio Fusco. Greco ha invitato infine anche alla "riflessione" su quanto "nello smart working siamo privi di difese e sicurezza".
Infine una riflessione "personale". Il Procuratore Greco ha infatti riferito di essersi accorto tempo fa di pagare "20 euro al bimestre per acquistato giochi con addebito a società off shore" senza aver mai dato il consenso. "L' unica consolazione è che in questo tipo di operazioni a danno del consumatore - ha aggiunto - c'è molta democrazia perché può capitare al procuratore della repubblica di Milano come al vecchietto".