GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

A Milano c’è Wayla: ecco il minibus a chiamata per le notti del weekend. Come funziona

Simile al Radiobus di Atm, ma dietro c’è una start-up privata ideata da cinque giovani imprenditori. Si prenota tramite un’app. Corse dal giovedì alla domenica, dalle 19.30 alle 3. I fondatori: ci rivolgiamo a universitari fuori sede

Servizio di trasporto al debutto. Nelle notti del weekend c’è Wayla. Studenti sul minibus a chiamata

Funziona come il Radiobus di Atm, ma dietro c’è una start-up privata. Si prenota tramite un’app. Corse dal giovedì alla domenica, dalle 19.30 alle 3. I fondatori: ci rivolgiamo a universitari fuori sede.

Milano – Nel caso del Radiobus il servizio non è mai davvero decollato: Atm e il Comune di Milano hanno dovuto fare i conti con costi che spesso superavano i ricavi. Da qui le modifiche al servizio, e pure alla livrea dei mezzi, decise nel corso degli anni. A provarci, ora, è una start-up messa in piedi da cinque giovani imprenditori: Wayla. Così si chiama il primo servizio di "van pooling" mai attivato a Milano: non si prenotano auto, scooter, biciclette o monopattini ma dei piccoli bus. Non si viaggia da soli ma con altri passeggeri, non si va dritto per dritto dal punto in cui ci si trova fino alla destinazione finale perché lungo il percorso si devono caricare altri passeggeri e questo può voler dire deviare dalla strada più immediata per la meta. La logica di utilizzo non è il noleggio ma la stessa del Radiobus, la stessa di ogni mezzo pubblico, con la differenza che l’operatore è privato e non ci sono paline e fermate predefinite dove dover attendere l’arrivo del (mini)bus. Il debutto è avvenuto ieri sera, l’obiettivo è servire "tra le 19mila e le 20mila persone nei prossimi 12 mesi", durante il primo anno di attività.

"Il servizio è attivo da giovedì alla domenica, dalle 19.30 alle 3 di notte – spiega Carlo Bettini, cofondatore e Chief executive officer di Wayla –. In questa fase non serviremo l’intero territorio comunale ma ci limiteremo all’area interna alla circonvallazione 90-91 più il quartiere di Città Studi. Il nostro target, infatti, sono gli studenti, in particolare gli studenti fuori sede, e, più in generale, gli under 35". L’utilizzo è semplice: si scarica l’app, si prenota tramite l’app, che restituisce il tempo d’attesa, si sale a bordo e si condivide il viaggio con altri passeggeri recuperati lungo il percorso. Un algoritmo ottimizza prenotazioni, fermate e destinazioni. Quanto al costo, "per tutto novembre – spiega Bettini – la tariffa massima sarà di 9 euro, da dicembre sarà modulata in base ai chilometri da percorrere e al numero di persone che condividono la stessa corsa". Cinque i minibus modello Ducato di cui consta la flotta di Wayla, "ma contiamo di aggiungere via via altri mezzi".

"Wayla è il frutto della nostra passione per la mobilità sostenibile e della nostra volontà di migliorare la qualità della vita urbana – conclude Bettini –. Vogliamo offrire a residenti e visitatori un modo sicuro, economico e sostenibile per muoversi in città. Ci ispiriamo a modelli di trasporto condiviso che hanno già dimostrato la loro efficacia all’estero, contribuendo alla riduzione del traffico e delle emissioni. Questo modello si basa sulla condivisione del tragitto tra più passeggeri, rendendo gli spostamenti più efficienti e convenienti". "Attualmente – fa sapere Mario Ferretti, altro socio fondatore di Wayla nonché Chief strategy officer – la nostra start-up ha raccolto 800mila euro attraverso finanziamenti di tipo equity e debito. Questo finanziamento rappresenta un round pre-lancio, che dimostra la fiducia degli investitori nel progetto". Gli altri tre soci della start-up sono Alessandro Villa, Chief operating officer, Michele Quagliata, Chief legal officer, e Niccolò Ferrari, consultente esperto in vendite e pricing. La congiuntura non è delle migliori per buttarsi nel comparto della mobilità. Quella di Wayla è una vera sfida.