Sesto San Giovanni (Milano) – Venti anni di carcere. È la condanna chiesta ieri dal Pm della Procura di Monza Alessandro Pepè nel processo con il rito abbreviato davanti alla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Elena Sechi per Hamza Haddaji, marocchino di 32 anni, accusato di avere fatto parte del commando di una decina di persone che la sera del 23 ottobre 2023 in via Pisa ha messo in atto una spedizione punitiva a colpi di fucile, mazza, calci e pugni contro i pusher rivali.
A restare ucciso fu Youssef Saadani, marocchino di 27 anni, raggiunto da un colpo di fucile che gli ha squarciato la gola. Haddaji, arrestato dai carabinieri il giorno dopo l’omicidio a Pero e ancora detenuto in carcere, deve rispondere di omicidio, tentato omicidio di un altro malcapitato e porto illegale di armi. Al processo si sono costituiti parti civili i familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Jessica Sala e Gianluca Paglino, che hanno chiesto un risarcimento dei danni per l’omicidio del congiunto.
Si torna in aula a gennaio per l’arringa dell’avvocata Monica Gnesi, difensore dell’imputato, che ha ammesso di essere presente alla spedizione punitiva, ma di non avervi preso parte. A dicembre verranno interrogati in incidente probatorio su richiesta della Procura monzese gli altri marocchini, dai 23 ai 38 anni, arrestati successivamente. Uno di loro è stato stanato in Spagna, mentre altri tre risultano ancor ricercati. Secondo la ricostruzione della vicenda, Youssef Saadani si era soltanto offerto di scortare con altri coinquilini un altro connazionale a cui i pusher rivali avevano rapinato il telefonino, che conteneva i nomi dei clienti a cui vendeva hashish a Cologno Monzese. L’incontro non era invece per la restituzione del cellulare, ma si era rivelato un agguato premeditato organizzato da un gruppo rivale per il controllo della piazza di spaccio oltre a una partita di mezzo etto appena acquistata che non era stata pagata.