LAURA LANA
Cronaca

Sesto San Giovanni, le famiglie con figli disabili scrivono al sindaco: “Negare l’assistenza è discriminazione”

Le 55 famiglie che hanno fatto causa a Miur e Comune: la democrazia si misura sulla tutela dei fragili

Cinzia Bernardi, Eugenio Castronuovo, Stefano Rivolta e Valentina Pirovano

Sesto San Giovanni (Milano) – Una lunga lettera aperta al sindaco Roberto Di Stefano, scritta dalla maggior parte dei genitori delle 55 famiglie che in questi anni hanno fatto causa al Miur e al Comune di Sesto San Giovanni per vedere garantiti e tutelati i diritti all’istruzione, all’inclusione e alla frequenza scolastica dei propri figli con disabilità. In uno degli ultimi consigli comunali, commentando l’ennesima vertenza legale, il primo cittadino aveva infatti definito “strumentale“ questa modalità e il ricorso al tribunale. "Ci duole, oltre a essere stati obbligati a fare questo passo che riteniamo già avvilente e sconfortante, doverci anche giustificare con Lei, il nostro primo cittadino, che dovrebbe tutelare tutti e in particolar modo i più fragili (il grado di democrazia di una città si misura dalla tutela dei più deboli e bisognosi, a quale grado si trova Sesto San Giovanni?) e stare al fianco delle famiglie".

Da 15 anni i genitori si battono per avere pari dignità e rispetto dei diritti affinché tutti i bambini possano vivere un tempo scuola pieno e dignitoso. E sostegno ed educativa scolastica servono proprio a fare da facilitatori affinché i bimbi disabili possano esprimere appieno le loro potenzialità. Al Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione partecipano insegnanti curriculari e di sostegno e il dirigente: sulla base di una documentazione medica il gruppo definisce poi il monte ore di sostegno e di educativa necessario al raggiungimento degli obiettivi.

"In base a quali criteri l’amministrazione decide arbitrariamente di attribuire meno ore rispetto a quelle indicate nel piano educativo individualizzato, redatto dalla scuola per ogni bambino/ragazzo con disabilità? – chiedono i genitori nella lettera aperta –. La giustificazione della mancanza di risorse non è accettabile, poiché già nell’ordinanza del 2019 si precisava che ‘la riduzione di tale intervento per meri motivi economici rappresenta una mera discriminazione dell’alunno stesso’. Del resto, anche l’avvocatura del Comune ha sottolineato questo aspetto".

I genitori fanno proposte concrete e chiedono "che una parte dell’avanzo di bilancio 2023, quasi 9 milioni di euro, venga destinato per coprire il totale delle ore di educativa scolastica richieste dalle scuole per tutti i bambini/ragazzi con disabilità. "Chiediamo, infine, che venga riattivato il Tavolo della 104, ormai da troppo tempo non più convocato". Si tratta di un luogo istituzionale, che raccoglie tutti i soggetti della città che operano sul tema della disabilità: amministrazione comunale, sanità, scuola e associazioni del territorio. "È noto a tutti che investire sulla formazione dei bambini, in particolare su quelli più fragili, favorisce l’acquisizione di capacità e competenze fondamentali nell’età adulta. Un investimento economico su questi servizi oggi determina un risparmio su altri servizi in futuro".