Sesto San Giovanni (Milano), 5 novembre 2024 – Al secondo giro di valzer, è stato ridefinito l’assetto della Giunta che continuerà a guidare Sesto San Giovanni. Un riassestamento che si è reso necessario dopo la revoca delle deleghe di Roberta Pizzochera, defenestrata dopo aver gestito per 7 anni le pesantissime deleghe ai Servizi sociali, alle Politiche abitative e all’Educazione.
In contemporanea il sindaco Roberto Di Stefano aveva tolto anche l’incarico di vicesindaco ad Alessandra Aiosa, che insieme a Pizzochera erano uscite dalla lista civica del primo cittadino per entrare in Forza Italia, insieme a due consiglieri comunali (Federico Pogliaghi e Gabriele Ghezzi).
Caso Lamiranda
Il primo decreto di Di Stefano non era andato a buon segno: l’assessore Antonio Lamiranda, infatti, aveva chiesto anche la carica di vicesindaco in cambio della delega aggiuntiva al Commercio e alle Attività produttive. Un braccio di ferro finito col picche del sindaco: FdI, almeno a Sesto, non deve assumere un peso diverso da quello che ha. Lamiranda resta così “alleggerito” e mantiene le sue storiche deleghe all’Urbanistica e Mobilità.
Intatte anche le mansioni del forzista Gianni Fiorino (Ambiente e Protezione civile), del leghista Luca Nisco (Cultura e Polizia locale) e del civico Marco Lanzoni (Innovazione tecnologica). Le deleghe rifiutate da Lamiranda sono state così spacchettate: il sindaco ha tenuto per sé il Commercio, mentre le Attività produttive sono andate alla civica Loredana Paterna, che aveva già il Demanio e il Pnrr e aveva già ereditato da Aiosa i Servizi cimiteriali nel precedente giro di giostra dei giorni scorsi.
La staffetta
Non è stato l’unico passaggio di testimone. Sempre dall’ex vicesindaco, Paterna assorbe pure le Politiche abitative con l’enorme questione degli sfratti, della carenza di assegnazioni di case popolari, i contenziosi portati avanti dall’Unione Inquilini e la coda dello sgombero di un centinaio di inquilini dell’ex Casa Albergo.
In questi colloqui, Aiosa aveva infatti chiesto al sindaco di non essere appesantita troppo, viste anche le nuove deleghe mai gestite. Deleghe pesanti, da anni ormai al centro dello scontro sindacale e politico: i Servizi sociali, con le fragilità sempre più in aumento, e l’Educazione con le rivendicazione del personale passato dal Comune alla Fondazione GeneriAmo, nata proprio con la Giunta di centrodestra per gestire alcuni nidi che prima erano sotto diretto controllo del municipio. In questa reazione a catena, tra passaggi di deleghe e switch consumati in dieci giorni, Roberto Di Stefano sceglie ancora di non riassegnare il ruolo di vicesindaco.
Pd all’attacco
“Sesto San Giovanni è una città ostaggio della guerra del sindaco e della sua maggioranza. Quello che sta accadendo da troppi giorni ormai in Giunta sta bloccando la città nei suoi servizi per i cittadini, a cominciare dalle commissioni e dal consiglio comunale che non viene convocato da oltre un mese – ha attaccato il Pd cittadino -. Crediamo che tutto questo debba concludersi nell'aula che rappresenta l'assemblea cittadina, cioè quella consiliare”.
L’opposizione ha chiesto così una seduta, inviando “il sindaco Roberto Di Stefano a riferire in aula sulle motivazioni che lo hanno portato a ritirare le deleghe all'ex assessore Pizzochera e il ruolo di vicesindaco all'assessore Aiosa, le motivazioni che lo hanno portato a non designare un nuovo assessore all'Educazione e ai Servizi sociali, ma a ridistribuire le deleghe tra gli altri assessori con il blocco di tutte le attività, e come si intende procedere all'attuazione di indagini interne all'ente rispetto alle vicende del Polo educativo Bergamella”.
Proprio quest’ultimo punto sarà oggetto di discussione giovedì 7 novembre nella riunione di Giunta. All’ordine del giorno, infatti, la possibilità di revocare in autotutela l’accreditamento del Polo, finito sotto lente di ingrandimento per un possibile conflitto d’interessi dell’allora assessore Pizzochera ancora tutto da valutare.