
La manifestazione in piazza Trento e Trieste a Sesto contro la rimozione delle panchine
Sesto San Giovanni (Milano), 19 settembre 2023 – C’è chi si è portato la sedia da casa, chi ha scelto il muretto, chi sta in piedi. Una protesta spontanea quella che è nata nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 19 settembre, in piazza Trento e Trieste a Sesto San Giovanni .
Senza alcun preavviso, l’amministrazione ha deciso di rimuovere tutte le panchine dell’area. Solo dopo l’intervento, nel primo pomeriggio, l’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda con un discusso post su Facebook. “Notate niente di strano? Esatto. Abbiamo rimosso tutte le panchine che negli ultimi tempi venivano utilizzate esclusivamente per bivacchi e assembramenti, anche dopo gli orari ammessi dal regolamento di polizia locale. Una misura drastica ma necessaria che si somma a quella del divieto di vendere alcol. Agiremo anche sull’area verde limitrofa, eliminando le sedute”. Proprio oggi pomeriggio una signora del rione, Maria, aveva organizzato un evento a costo zero per il Comune: avrebbe insegnato ai partecipanti l’arte dell’uncinetto. “Quando siamo arrivati, però, non abbiamo trovato neanche dove sederci”, dice Francesco. “Ho portato la sedia da casa perché sono tornata oggi pomeriggio nel quartiere e non ho trovato le panchine – spiega una signora -. In genere, la sera, vengo qui a fare due chiacchiere con le amiche o le colleghe. L’ordine pubblico si garantisce in un altro modo. Invece di togliere droga e alcol e persone maleducate, hanno tolto la possibilità di sedersi: quindi hanno tolto gli abitanti tranquilli della zona. Noi paghiamo le tasse come i cittadini di piazza Petazzi”. Dove, invece, la recente riqualificazione da 600mila euro ha visto le sedute rinnovate e anche aumentate.
Alla protesta delle panchine ha preso parte anche Fulvio Panico, che da anni si occupa di rendere accogliente e viva un parte importante del quartiere, come la bocciofila e il giardino di via Fratelli Bandiera. . “È una cosa gravissima che il Comune le abbia rimosse, senza neanche avvisare. Gli anziani, le persone del quartiere che si vogliono incontrare dovrebbero rimanere in piedi? Chiediamo che vengano ripristinate perché sono un servizio per gli abitanti della zona”. In piazza Trento e Trieste oggi pomeriggio c’erano anche gli anziani del muretto. “Vi sembra normale che dobbiamo sederci qui, con le formiche che ci passano dietro? Quelli penalizzati siamo noi anziani che non sappiamo dove andare. Che delusione”. E pensare che proprio in piazza Trento e Trieste era nata la prima social street di Sesto San Giovanni, La Piazzetta, con feste ed eventi per animare un pezzo di città che, ormai 20 anni fa, era il salotto più esclusivo insieme a via XX Settembre. Tra gli animatori di quell’iniziativa c’era Monica Zaccarini: “Rimuovere le panchine, con quella motivazione poi, è profondamente sbagliato. Si fa solo un danno ai cittadini. Le sedute durante il giorno erano usate da residenti, anziani, mamme con bambini”.
Nell’ultimo periodo gli abitanti erano tornati ad autogestirsi, come dimostra l’evento che era in programma. Meno di un mese fa era stata anche lanciata una petizione online da un neonato comitato di quartiere per “far tornare vivibile piazza Trento e Trieste e tutta la zona del Rondò”, che a oggi ha raccolto 293 firme. Si chiedeva un intervento per mettere uno stop al degrado: “Tantissime bottiglie di birra abbandonate, vendita di alcol e asporto a ogni ora da parte dei minimarket, schiamazzi notturni, abbandono di rifiuti, vetri rotti e luoghi deturpati”, raccontava la petizione. Con quest’intervento l’amministrazione ha ammesso un problema di ordine pubblico, “ma ha pensato di risolverlo un modo errato – sottolinea Silvia Lauro, che abita vicino alla piazza -. Saranno anche stati spesi soldi pubblici per togliere tutte le panchine. Ora cosa faranno, le leveranno da tutta Sesto? E secondo loro chi bivacca non si sposterà sul muretto o sul marciapiede? Ci stavamo organizzando per rianimare questo luogo, portare socialità e tornare a rivivere la piazzetta perché il presidio sociale è quello che serve“.