Sesto San Giovanni (Milano), 18 gennaio 2022 – Si sono dati appuntamento davanti al cantiere di via Manin i soci della neonata ZeroC, la società interamente pubblica creata dal Gruppo Cap, gestore del servizio idrico della città metropolitana di Milano, e i Comuni di Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Cormano, Pioltello e Segrate. La nuova società avrà il compito di portare a compimento il progetto della biopiattaforma, che sta sorgendo dove fino a marzo c’era il termovalorizzatore a confine tra Sesto e Cologno. Un progetto inedito in Italia, che ha visto un investimento da 50 milioni di euro da parte del Gruppo Cap e un finanziamento da parte dell’Unione Europea. Dopo la visita per monitorare l’avanzamento dei lavori, dopo l’abbattimento del camino fumi, ZeroC si è ufficialmente presentata. A guidarla, nel ruolo di amministratore unico, è l’ingegnere Andrea Lanuzza. “Abbiamo realizzato un luogo e un nuovo sito internet, dove oltre al progetto sono pubblicati i dati relativi alla qualità dell’aria. Un monitoraggio che sta avvenendo già oggi, attraverso 5 centraline che sono state installate e sono entrate in funzione, accogliendo le forti richieste arrivate dal territorio e raccolte durante un percorso partecipativo”. Con lo stesso modus operandi sarà deciso anche dove dislocare le nuove aree verdi che saranno create a compensazione della nuova struttura. “Chiederemo sempre una partecipazione dal basso. La biopiattaforma potrà godere di tecnologia che abbatterà fumi, emissioni e odori. Avrà standard ancora più elevati di quelli che erano stati previsti, proprio perché sono state accolte le diverse istanze di comitati, associazioni e residenti. Ci saranno, però, anche opere di mitigazione: non solo nuove aree verdi ma anche una pista ciclabile tra Sesto e la Martesana, passando per Cologno”. Il nuovo sistema, il cui avvio operativo è previsto tra l’autunno (prima linea) e la primavera del 2023 (intero impianto), è finalizzato alla produzione di biometano a partire dalla frazione organica dei rifiuti ed energia elettrica e di calore e fertilizzanti a partire dai fanghi di depurazione, e “ambisce a divenire punto di riferimento, sia locale che nazionale, per l’industrializzazione dei processi di trattamento e valorizzazione dei rifiuti”. La linea di trattamento della forsu accoglierà circa 30mila tonnellate all’anno di rifiuti umidi per la produzione di biometano, mentre l’impianto per il trattamento dei fanghi valorizzerà circa 65mila tonnellate all’anno di fanghi umidi. Anche le acque di depurazione saranno recuperate e riutilizzate per l’irrigazione dei parchi, oltre che per uso industriale. Mediamente, il progetto stima una riduzione media delle emissioni di oltre il 73 per cento e una diminuzione dei fumi del 76 per cento.
CronacaSesto, nasce ZeroC, la società formata dal Gruppo Cap Holding e dai Comuni