Milano, 23 febbraio 2023 - "Sono entrata nella setta quando avevo solo 7 anni. Mi aveva portato una zia. Mi hanno detto che era un mondo magico. Che eravamo obbligate a mantenere il segreto, se no saremmo potuti morire". Quel mondo di magico non aveva nulla. Era fatto di violenze, torture, minacce. Dopo quasi vent’anni di prigionia, la donna ha trovato la forza di denunciare alla polizia scoperchiando l’orrore della “Setta delle bestie“ o “Setta del dottore“. Le pm Lara Ruffino e Paola Stupino, della Direzione distrettuale antimafia di Torino, e la pm di Novara Silvia Baglivo hanno chiesto il rinvio a giudizio di 28 indagati. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la sfera sessuale, tra cui violenze sessuali aggravate e violenze sessuali di gruppo, anche ai danni di minori. Per il presunto capo della psicosetta, Gianni Maria Guidi, 77 anni, di Milano, “il Dottore“, e la principale collaboratrice, Sonia Martinovic, anche l’accusa di riduzione in schiavitù. Oltre che la “casa nel bosco“ di Cerano, nel Novarese, le basi dell’organizzazione erano a Milano in via Imbonati, a Vigevano, a Montù Beccaria, nell’Oltrepò Pavese, a Rapallo. Tutti milanesi o lombardi gli indagati. Una quindicina abitano nella metropoli. Gli altri fra hinterland e provincia (Buccinasco, Gaggiano, Paderno, Locate, Cormano, Senago, Legnano), Besana Brianza (Monza), Brezzo di Bedero (Varese), Vigevano, Pontirolo Nuovo (Bergamo). Dei 28 indagati, 21 sono donne fra i 24 e i 62 anni. Agli atti processuali le storie di nove vittime per fatti fra il 1990 e il 2010. Dalla richiesta di rinvio a giudizio emergono ruoli e mansioni nella psicosetta. Guidi (il Dottore, detto anche Re Bis e Pontefice) era "il capo indiscusso, ai cui voleri bisognava sottomettersi senza possibilità alcuna di sottrarsi alla sua volontà". Sonia "nel ruolo di organizzatrice e di mami delle adepte". Barbara, convivente di Guidi, "organizzatrice dell’associazione nel ruolo di portavoce" del capo. Tre donne (una nel frattempo è deceduta) avevano il ruolo di "reclutatrici delle giovani ragazze da adescare", anche sfruttando la professione di insegnante di danza in un Club e psicologhe in uno studio associato. Altre quattro erano i “ganci“ per l’adescamento delle ragazze individuate di volta in volta. “Il Messere“ era il referente del “gruppo di spada“ che avvicinava e reclutava le vittime, oltre a svolgere compiti di gestione economica come intestatario di alcune società del gruppo. Altri tre uomini (fra loro un insegnante di Legnano) nel ruolo di “guardiani“ "anche armati delle struttura di Cerano, all’occorrenza utilizzati per commettere delitti di violenza sessuale anche nei confonti di minore di età". Raccapricciante il quadro delle pratiche. Lavaggio del cervello e sottomissione. Rapporti sessuali e pratiche estreme di ogni tipo. Violenze e torture con legature, frustate, bruciature con cera bollente, morsicature, tatuaggi e piercing "a freddo".
CronacaTorture e violenze sessuali nella setta delle bestie