
Il segretario del circolo Acli Alberto Allevi, il sindacalista Adel Desouky il pubblico ministero Paolo Storari e il giornalista di Milanotoday Alfredo Faietta
Grande partecipazione all’incontro organizzato dai circoli Acli con Paolo Storari. Il pubblico ministero della Procura di Milano ha illustrato la sentenza che ha portato grandi multinazionali della logistica, fra cui Dhl, ad assumere i lavoratori delle cooperative. Al tavolo dei relatori anche Adel Desouky, sindacalista della Filt Cgil, con un lungo trascorso di lavoro come magazziniere. "Abbiamo la ferma convinzione – ha dichiarato Alberto Allevi, segretario del circolo Acli di Caleppio – che la logistica vada governata attraverso un’azione coordinata tra i Comuni interessati agli insediamenti, mettendo al centro i diritti dei lavoratori".
Negli ultimi anni le indagini di Paolo Storari sulle irregolarità nel settore dei trasporti e della logistica, su caporalato, finte cooperative, mancato versamento dei contributi e frodi fiscali hanno portato al recupero di 600 milioni di euro e alla regolarizzazione di 20mila lavoratori. "Ci siamo mossi su diverse direttrici – ha dichiarato il pm –, dal lavoro povero ai brand della moda, dalla logistica alla grande distribuzione. Il gioco che fanno le grandi aziende è quello di applicare il contratto di multiservizi, con una paga del 40% in meno. Lo sfruttamento del lavoro passa anche attraverso la manodopera precaria e i cosiddetti “serbatoi“ di lavoratori, assunti attraverso cooperative fittizie, a cui non vengono corrisposti gli oneri di natura previdenziale e assistenziale".
Fenomeni che, secondo Storari, godono ancora di una forte impunità: "Abbiamo capito – ha spiegato – che, trattandosi di fenomeni di politica d’impresa, occorreva colpire non un singolo rappresentante ma cambiare i sistemi di produzione attraverso una forma premiante che spinga le imprese a mettersi in regola. Se la magistratura fa la sua parte, colpendo gli illeciti penali, occorre però tenere sempre in mente che la tutela e la difesa dei diritti dei lavoratori resta in capo alle trattative sindacali".
"Nella logistica le battaglie sindacali – ha raccontato Desouky – sono iniziate solo da una decina di anni, quando i lavoratori, quasi tutti stranieri, hanno preso coraggio nonostante la paura di perdere il posto e il permesso di soggiorno. Abbiamo vinto molte vertenze e grazie alla Procura sono stati fatti passi in avanti ma le condizioni dei lavoratori non sono sufficientemente migliorate".