Severi Correnti, la protesta di un gruppo di studenti dopo l’occupazione: “Su di noi vagonate di fango”

Milano, circa 50 ragazzi hanno manifestato fuori dall’istituto “contro la repressione” e per chiedere ai collettivi delle altre scuole di scioperare in solidarietà al popolo palestinese

Milano – Una cinquantina di studenti hanno manifestato nel primo pomeriggio di oggi mercoledì 14 febbraio davanti all’istituto Severi Correnti per ribadire le ragioni che hanno portato all’occupazione della scuola il 30 gennaio scorso.

Il presidio davanti all'istituto Severi Correnti (Foto Davide Canella)
Il presidio davanti all'istituto Severi Correnti (Foto Davide Canella)

Davanti al cancello, gli studenti hanno acceso dei fumogeni, letto alcuni comunicati al megafono, intonato dei cori, tra i quali “La nostra passione per la libertà è più forte di ogni autorità”. Durante il presidio sono poi stati appesi degli striscioni sulla recinzione: “Difendiamo le nostre lotte”,  “Riprendiamoci i nostri spazi”, “Al fianco degli studenti occupanti”, “Occupiamo tutto”.

Il presidio davanti all'istituto Severi Correnti (Foto Davide Canella)
Il presidio davanti all'istituto Severi Correnti (Foto Davide Canella)

I manifestanti hanno diffuso un comunicato – firmato “Qualche studente del Severi Correnti” – dal titolo “Il dito e la luna”, nel quale si ribadiscono i motivi dell’occupazione del 30 gennaio e viene fornita un’interpretazione di quello quanto avvenuto dopo la fine anticipata dell’occupazione stessa. “Abbiamo bloccato la scuola in sostegno del popolo palestinese – si legge nel documento – Abbiamo fermato un’istituzione che, nel suo silenzio e complicità, zittisce le grida di morte di Gaza. Oltre al silenzio dello stato e delle sue istituzioni, che sostengono lo stato sionista apertamente, nel nostro istituto nessun dipendente scolastico ha espresso solidarietà o sostegno a questa causa”.

Il presidio davanti all'istituto Severi Correnti (Foto Davide Canella)
Il presidio davanti all'istituto Severi Correnti (Foto Davide Canella)

“Durante l’occupazione – prosegue il comunicato – non si è partecipato a un sistema valutativo, non si era un numero, semplicemente si era liberi di imparare collettivamente”.

“Questi ultimi giorni ci hanno certamente ricordato di vivere in un clima che, a scuola come fuori, tende a isolare chi lotta senza delegare alle istituzioni la spinta che lo porta ad agire. Si urla allo scandalo, si crea un mostro, lo si sbatte sulla prima pagina per una settimana e poi lo si reprime”.

“Le vagonate di merda che i media hanno con piacere gettato su questi abbagli di lotta – dice ancora il testo – ci fanno credere che chi decide di occupare la propria scuola potrebbe essere presto represso con più forza. Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato e presidente di una società di cyber sicurezza che ha rapporti con Israele, ha richiesto un’interrogazione parlamentare per la presunta ‘devastazione’ della nostra scuola da parte degli occupanti. Anche il ministro dell’istruzione Valditara non ha tardato a esporsi”.

"Oltre a essere solidali con chi ha alzato la testa e lotta nelle scuole – conclude il comunicato –  invitiamo ogni collettivo a non intimorirsi di fronte a questi gesti vili. Chiediamo a voi di scioperare contro la repressione, mobilitandosi e mostrando solidarietà attiva verso il popolo palestinese”.