Milano, 22 ottobre 2014 - «La vera questione sono i soldi che mancano». Eleonora Cimbro, deputato Pd e firmataria di una interpellanza parlamentare sulle vasche di laminazione, il piano salva-Seveso lo vede così: realizzato tutto oppure niente. «La politica deve essere lungimirante», dice all'indomani dell'incontro milanese di presentazione del progetto.
Onorevole Cimbro, un momento importante su un tema contestatissimo... «Il primo incontro con tutte le parti interessate, tutti i presenti si sono trovati concordi riguardo alla necessità di una pronta risoluzione del problema. Quello che è venuto a mancare, però, è stata la chiarezza riguardo alle modalità e alle tempistiche di attuazione: continuerà la nostra battaglia per pretendere qualità degli interventi, rispetto dell’ambiente, in un’ottica comune di città metropolitana, e non di scontro tra Milano e provincia».
Quali sono le questioni ancora da definire? «Prima su tutte dove e quando si recupereranno gli 80 milioni necessari per l’intervento. Attualmente ci sono solo i soldi per la vasca di Senago e tutto il resto? A questa domanda non c'è stata nessuna risposta».
Cos'altro manca? «Il progetto così non può essere accettato: c’è bisogno di un piano condiviso riguardo le modifiche sostanziali e che potrebbero mutare l’opinione pubblica in merito. C'è anche da chiarire chi si occuperà della manutenzione, essendo questa un’opera che insisterà sul nostro territori per decenni».
Si spieghi meglio? «Se le acque saranno realmente pulite, non ci saranno difficoltà per nessuno; ma se le acque saranno sporche, è evidente che il problema si creerà per tutti».
Il territorio respinge il progetto... «In questo momento bisogna essere uniti, perché questo progetto possa integrarsi pienamente con le esigenze di tutti i Comuni interessati dall’opera; sia di quelli che ne godranno i benefici sia di quelli che in questo momento vedono solo gli aspetti critici giustamente evidenziati».
La questione interesserà Bollate, la sua città. «Su questo punto rispondo da cittadina e non da parlamentare, le vasche in questione saranno profonde quattordici metri, arrivando a contenere un milione di metri cubi d'acqua; in un terreno che, attraversato dalla falda che alimenta i pozzi idropotabili di Bollate, il Comune è in questi anni di edilizia dissennata riuscito a mantenere agricolo. C'è il rischio di contaminazione della falda, ci vogliono 450mila euro di manutenzione all'anno per mantenere i livelli di sicurezza. Saranno sempre disponibili? Quali sono le certezze? La politica deve saper guardare al futuro».
Obiettivo del governo è depennare il Seveso dalla scomoda lista dei fiumi più inquinanti d'Europa, scongiurare le sanzioni dell'Ue e rassicurare gli amministratori locali sulla qualità delle acque che arriveranno nei loro territori. «Le acque dovranno essere pulite, altrimenti ci sarà netta contrarietà all'intero progetto».