
Le serrande desolatamente abbassate
Milano – Addio al pub Tortuga. Uno sfratto ha posto fine alla storia, cominciata oltre 40 anni prima, del locale "dove la metà dei ragazzi di Porta Romana ha perso la verginità alcolica" afferma il titolare Ivano Seregni, 67 anni. L’unica battuta che si concede dopo settimane di umor nero. All’ultima serata di commiato (il 25 marzo) in via Burlamacchi, invasa complemente dagli avventori che lo aspettavano per un saluto, ha fatto la sua apparizione alle 3 di notte. "Mi sono deciso all’ultimo perché avevo l’anima sconvolta, disperata. È stato molto commovente, fra baci e abbracci" racconta il padrone di casa del pub, inaugurato nel 1982 e rilevato da lui (e altri due soci) nel 1987. Il Tortuga è stato qualcosa di più della formula birra e panino: "Una delle iniziative di cui sono più orgoglioso sono stati i rendering del poeta Mario Benedetti, circa dodici anni fa. Le repliche ci furono solo per poche sere ma fu un successone, come quando trasmettevamo le partite del derby…", dice Seregni.
Il pub ha sostenuto la scena locale live rock e jazz. E ha supportato i musicisti anche in altri modi: dando a loro un’entrata prima dell’agognato successo. "Francesco Sarcina, il cantante della Vibrazioni, ha servito ai tavoli per un mese, mentre il batterista Alessandro Deidda ha fatto il paninaro per due anni. Sono poi venuti a suonare al compleanno di mia figlia, bellissimo regalo. Anche la voce dei Lacuna Coil, Cristina Scabbia, ha fatto la cameriera e ha lavorato da noi pure il bassista Marco Zelati" ricorda Seregni. Fra i clienti vip Niccolò Fabi, Enrico Ruggieri, Alex Del Piero. Le dolenti note sono arrivate sei anni fa: "Mi è arrivato l’avviso di sfratto. Pensavo che avrei aperto un altro Tortuga altrove. Ma è arrivato il Covid che ha azzerato l’attività per due anni e moltiplicato i debiti". Si dice che la palazzina di via Burlamacchi che ospitava il pub al piano terra appartenesse a una contessa che l’ha lasciato in eredità all’ospedale Maggiore.
"All’inizio gli appartamenti ospitavano il personale sanitario, quanto all’affitto pagavo 10mila euro al trimestre per 100 metri quadrati, un affare. Con il passaggio alla gestione di un fondo immobiliare si è pensato solo a capitalizzare. Hanno sfrattato tutti, per ricavarci appartamenti che saranno venduti ai soliti prezzi stratosferici. È il mercato, lo so. Ma se continuiamo a lasciar fare, nelle zone centrali di Milano gli esercizi commerciali tradizionali scompariranno tutti" argomenta il patron del pub. E il Tortuga rinascerà altrove? "Mi piacerebbe ma non so. A stare fermo però mi sembra di impazzire…".