MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Il 17enne sfregiato al volto a Milano: “Io, punito per aver difeso un amico. Questa cicatrice rimarrà per sempre”

Violenza alla stazione di Porta Garibaldi. Parla il ragazzo accoltellato: “Il mio amico stava riprendendo una rissa con il telefonino, poi è scattata la rappresaglia”

Polizia in Garibaldi e, nel riquadro, il giovane in un letto del Niguarda

Il giovane nel letto di Niguarda

Milano, 17 ottobre 2024 – Uno sfregio sul viso. Il segno di una coltellata sferrata “per punirmi, perché avevo difeso un amico. Questa cicatrice mi resterà”. Youssef, nome di fantasia, ha 17 anni ed è stato colpito la sera del 5 ottobre alla stazione di Porta Garibaldi dove avrebbe dovuto prendere il treno per tornare a casa, in un paese della provincia di Monza-Brianza, insieme a un amico della stessa età. “Mia madre e mio padre sono originari del Marocco, io invece sono nato in Italia, a Bollate”, fa sapere il ragazzo.

Il racconto

La sera di sabato 5, attorno alle 20, era a Porta Garibaldi in attesa del treno insieme al suo amico. “A un certo punto – racconta – abbiamo sentito urla e rumori di colpi. Era in corso una rissa vicino ai binari e siamo andati a vedere la scena, incuriositi. Si stavano picchiando dei ragazzi. Un gruppetto di 5 o 6 persone”, giovani nordafricani che stando a quanto appreso sono facce note della stazione.

“Il mio amico ha preso in mano il cellulare e si è messo a filmare. Uno di quei ragazzi se n’è accorto”. E a quel punto? “È arrivato verso di noi come una furia. Voleva prendergli il telefono, spalleggiato anche dagli altri, e lo ha picchiato. Il mio amico ha reagito e io l’ho difeso anche se eravamo in minoranza. Siamo scappati e, d’istinto ci siamo divisi”.

Youssef ha avuto la peggio. “Sono caduto – continua –, il ragazzo che m’inseguiva ha tirato fuori un coltello e ha provato a colpirmi. Sono riuscito a schivare una prima coltellata ma quando lui ha sollevato di nuovo il braccio non ho fatto in tempo a proteggermi ed è riuscito a tagliarmi la guancia. Sono rimasto a terra mentre il mio aggressore scappava”.

Le indagini

I due ragazzi hanno poi chiesto aiuto. “Ci siamo rivolti ai militari che erano in piazza, fuori dalla stazione. Poi è arrivata anche la polizia insieme all’ambulanza. Mi hanno portato al Niguarda”. Youssef è stato poi dimesso con 7 giorni di prognosi. Le indagini del commissariato Garibaldi-Venezia sono in corso.

Al momento si sa che i disordini sarebbero scoppiati per “futili motivi“ accanto al binario. Possibile che vittima e aggressore si conoscessero, in quanto entrambi sono frequentatori abituali di Porta Garibaldi.

La madre

Parla anche la madre del ragazzo: “Mio figlio ha presentato denuncia alla polizia. Perché questa violenza? La mia angoscia è aumentata dopo l’omicidio di Rozzano. Mio figlio ha una cicatrice ed è ancora sotto choc, non voleva più tornare a scuola e tuttora non riesce a dormire tranquillo”.

Aggiunge che “anche l’altro ragazzo non si è ancora ripreso. Mio figlio si è lanciato a proteggerlo, essendo più alto e robusto. Se non fosse intervenuto lo avrebbero picchiato ancora”.