A pochi giorni dalla realizzazione, l’ultimo murale dell’artista aleXsandro Palombo, che ritrae la premier nella stessa posa della celeberrima foto di Marilyn Monroe con la gonna svolazzante, è stato sfregiato ieri notte da ignoti. Sulle labbra di Marylin-Giorgia è stata tracciata una X, mentre accanto al volto è apparsa la scritta: “E’ un insulto a Marylin, ti consideri pro-vita ma lasci gli immigrati morire in mare!”.
L’opera dell’artista milanese, comparsa lunedì mattina a poche ore dalla notizia della candidatura della presidente del Consiglio alle Europee, aveva subito fatto discutere, anzitutto per la scelta del luogo: via Monte Napoleone, all’angolo con corso Giacomo Matteotti, nome del parlamentare italiano rapito e assassinato dalle milizie fasciste, del cui omicidio si assunse di fatto la “responsabilità politica, morale e storica” lo stesso Benito Mussolini.
Lo sfregio del murale “Pop Giorgia” è solo l’ultimo in ordine di tempo subito dalle opere di Palombo, finite spesso nel mirino per motivi politici, com’è accaduto più volte con il murale dei Simpson deportati e con quello dedicato a Silvio Berlusconi.
“Credo che ci sia una costante minaccia di involuzione e un terribile imbarbarimento della vita sociale”, commenta Palombo. “Non è che si possa contestare e contrastare le idee e il pensiero altrui distruggendo l’arte, la cultura o qualsiasi altro mezzo di espressione civile. Non può essere questa una formula tollerabile né possiamo assuefarci a questa ondata di violenza dalle esasperazioni individualistiche, perché tale è e poco importa se colpisca il pensiero di sinistra o di destra, la cultura e la libertà di espressione deve essere un patrimonio collettivo da preservare costantemente, e l’arte resta sempre un mezzo importante e potente con cui possiamo migliorare la società, spingere alla condivisione e alla riflessione. Qualunque tipo di contrasto parte dalle buone idee, dal genio, dalle intuizioni, da quegli elementi creativi che hanno fatto grande l’Italia. Se il dibattito pubblico si impoverisce e si limita costantemente al mero scontro vuol dire che abbiamo perso tutti. Io inviterei i vandali dell’algoritmo ad aprire più libri e ad andare nei musei per studiare e non per imbrattare, perché è l’unica strada che hanno se vogliono sopravvivere a se stessi”.