Cerro al Lambro (Milano) – Le indagini sulla Chiapparoli logistica spa avrebbero evidenziato il fenomeno della transumanza dei lavoratori, dal momento che il “65% del personale ad oggi alle dipendenze” della società leader in Italia della logistica farmaceutica "è transitato" tra diverse cooperative. È quanto emerge dal decreto d'urgenza emesso dal pm Paolo Storari che ha portato al sequestro di oltre 41 milioni di euro alla Chiapparoli e alla Consorzio Sal.
Nell'inchiesta per frode fiscale sono indagati i rispettivi legali rappresentanti Elena Chiapparoli, 54 anni, e Aronne Premi, 53 anni, con le ipotesi di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Da una sommaria indagine a campione dei 279 lavoratori alla Chiapparoli "si è potuto constatare che gli stessi, negli anni precedenti al 2017, sono stati alle dipendenze anche delle cooperative "Economy" e "P.R. logistica" utilizzate dal vecchio Consorzio GE.SA. Tuttavia, il piano di assunzioni diretta dei circa 300 lavoratori si connota per il fatto che tali dipendenti hanno dovuto rinunciare espressamente ad ogni azione di regresso nei confronti di "Chiapparoli" in relazione al credito per il Tfr maturato negli anni precedenti durante i quali i formali datori di lavoro sono stati le diverse società serbatoio". Il pm Storari, titolare degli accertamenti del nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF, ha chiesto al gip Domenico Santoro di disporre la misura interdittiva della revoca dei contributi alla Chiapparoli logistica.
Su quella "condizione”, senza la cui “accettazione il dipendente non sarebbe stato assunto” dalla spa, che così ha “ottenuto di essere sollevata da ogni forma di responsabilità” sul Tfr, le indagini vanno avanti e già alcuni testimoni, sentiti nell'inchiesta, hanno “confermato” il quadro accusatorio.