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Shiva incontra il figlio Draco per la prima volta in carcere: “Il nostro amore può superare queste mura”

Milano, il trapper è in prigione dal 26 ottobre con l’accusa di tentato omicidio. L’abbraccio con il figlio nato tre settimane fa è stato raccontato dalla mamma Laura Maisano su Instagram

Shiva (Andrea Arrigoni) e Laura Maisano con il piccolo Draco

Shiva (Andrea Arrigoni) e Laura Maisano con il piccolo Draco

Milano – Il trapper milanese Shiva (nome d’arte di Andrea Arrigoni, 24 anni), in prigione dal 26 ottobre scorso con l’accusa di tentato omicidio per aver sparato a due rivali davanti alla sua casa discografica a Cusago l’11 luglio, ha incontrato in carcere il figlio Draco, nato tre settimane fa. 

L’abbraccio in carcere

È stata la compagna di Shiva, Laura Maisano, a raccontare l’incontro sui suoi canali social l’incontro. "Ho provato a disegnare le linee del tuo viso per mesi mentre eri dentro me – ha scritto Maisano si Instagram – senza mai trovare un volto, ma tu sei esattamente come ti ho sempre sognato, sei identico al tuo papà e quando finalmente ti ho accompagnato nelle sue braccia e i vostri occhi così uguali si sono guardati per la prima volta ho perdonato tutte le notti insonni di questa brutta esperienza, guardando al futuro e credendo fermamente che tutto questo finirà, perché vedi, il nostro amore può superare quelle quattro mura e qualsiasi altra barriera, perché per l’anima non ci sono divisioni, il filo che ci unisce è indistruttibile e tu, sei la chiave di ogni porta”.

La sparatoria

Shiva è detenuto a San Vittore dal 26 ottobre con l’accusa di tentato omicidio. Secondo quanto ricostruito dalle indagini della Squadra mobile di Milano, coordinate dal pm Daniela Bartolucci, l’11 luglio scorso, davanti alla sua casa discografica a Settimo Milanese, il trapper sparò alle gambe “più volte” all'indirizzo di due rivali del gruppo Seven Zoo di un altro trapper, Rondo da Sosa, ossia contro Alessandro Maria Rossi, 25 anni, e Walter Pugliesi, 30 anni, due lottatori di mma (arti marziali miste), “puntando i corpi e colpendoli mentre erano in fuga”.

La difesa 

I difensori di Shiva, i legali Daniele Barelli e Marco Campora, sostengono invece che i colpi sparati dal cantante non erano indirizzati agli organi vitali e che i due lottatori colpiti – anche loro indagati – sono in realtà personaggi “pericolosissimi”, che avrebbero aggredito per primi il trapper “spaccandogli la mandibola”, come dimostrato da un referto prodotto dalla difesa, assieme a consulenze mediche, tanto che il 24enne qualche giorno dopo era stato operato e “gli è stata messa una placca”.