Aveva "una condizione emotiva del tutto alterata al momento della commissione dei fatti", era "un uomo che si sentiva fallito come genitore" e "marito". Con queste motivazioni la Corte d’Assise di Milano ha deciso di riconoscere le attenuanti generiche per il suo "stato emotivo" a Jaime Moises Rodriguez Diaz, manager di 42 anni di origine messicana che il 19 giugno 2021, ad Arese, uccise la moglie di 48 anni, Silvia Susana Villegas Guzman, soffocandola, e tentò di ammazzare con una cintura uno dei tre figli, 18enne. Attenuanti che hanno portato a 27 anni di reclusione la pena per l’imputato, a fronte di una richiesta di ergastolo e sei mesi di isolamento diurno per omicidio volontario aggravato e tentato omicidio formulata dal pm Giovanni Tarzia.
Pm che nella requisitoria aveva ricordato come nelle indagini, condotte dai carabinieri di Rho, i tre figli della coppia avessero descritto il padre, difeso dall’avvocato Iacopo Viola, come "un uomo violento e pericoloso".
Rodriguez, scrive la Corte (giudici togati Ilio Mannucci Pacini e Alessandro Santangelo), "era ‘un uomo rotto, spaccato’, come acutamente compreso" da uno dei tre figli "poco prima di essere aggredito, un uomo che si sentiva fallito come genitore per non essere riuscito a costruire ‘una buona famiglia’, come padre per gli errori commessi e come marito". Sulla base di una sentenza della Cassazione dell’82, la Corte chiarisce che "gli stati emotivi o passionali, pur non escludendo né diminuendo l’imputabilità" possono "essere considerati dal giudice ai fini della concessione delle circostanze attenuanti generiche, influendo essi sulla misura della responsabilità penale".
"Non l’ho uccisa io, la sua morte è avvenuta per via di un processo patologico interiore conseguenza del fatto che mia moglie praticava l’autoipnosi e studiava la disciplina del magnetismo quantico. Era al secondo livello di studio e questo le ha impedito, per mancanza di esperienza, di controllare le conseguenze estreme della scelta di autoipnotizzarsi". Le parole di Jaime Moises Rodriguez Diaz lette in un’udienza. Il manager non confessò l’omicidio né avvertì i soccorsi quando la moglie era a terra.