Milano, 10 agosto 2018 - Da Milano alla Silicon Valley, andata e ritorno. C’è chi si ferma oltreoceano e chi sceglie di tornare: «In questi anni il Politecnico ha creato un ponte». Parola di Marco Santambrogio, professore associato del dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria e adjunct professor all’Università dell’Illinois a Chicago, che dopo aver scelto di tornare in Italia, al Politecnico, ha fondato nel 2011 il NECSTLab (Novel Emerging Computing System Technology Laboratory) del PoliMi. Una colonna di quel ponte è stata eretta anche con le NECST Group Conference. «Eventi per permettere agli studenti di misurarsi con le realtà all’estero, all’inizio a Boston, a Porto, poi a San Francisco – spiega Santambrogio – quest’anno 42 studenti sono volati nella Silicon Valley, il primo anno erano 6. Questo perché ci stiamo esponendo sempre più a interazioni e vogliamo permettere ai nostri studenti che provengono dai diversi dipartimenti di ingegneria di cogliere in anteprima i trend che diventeranno sempre più di attenzione. In due settimane abbiamo visitato 17 aziende, non abbiamo chiuso occhio ma siamo tornati rigenerati, e ci siamo anche fermati a Berkeley per un workshop: da sei anni con loro abbiamo scambi di studenti continui».
Una laureata in Ingegneria biomedica ora farà il dottorato in Computer science lì, si sono creati nuovi ponti con docenti e manager. L’ateneo esporta in Silicon Valley talenti, come Alberto Tretti e Andrea Vaccari: Nearby Friends è nata grazie alla loro applicazione Glancee, acquisita da Facebook. «Un sogno per i ragazzi che però di fronte a queste storie devono capire quello che c’è dietro – continua il professore –. Altrimenti è come guardare alle Olimpiadi solo il momento delle medaglie. Tutti vogliono vincere, non tutti riescono e la strada è piena di sacrifici. Tanti scelgono anche di tornare e restare, perché anche a Milano gli spazi ci sono e non vogliamo certo perderci i migliori. Deve esserci libertà di scelta: al di là degli aspetti tecnici, dove sono bravissimi, cerchiamo di aiutarli dove sono più fragili, perché le opportunità ci sono ma spesso i ragazzi si autocensurano». Così, nelle aule del Politecnico, continua il lavoro a 360 gradi: psicologi ed esperti aiutano a sviluppare le soft skill, a parlare al pubblico, a gestire lo stress lavorativo; sono stati inseriti “EleMenti di impresa”, momenti formativi curati anche da Sara Notargiacono, laureata in Bocconi, per capire i meccanismi dietro le quinte, patenti, come creare una start up. Il NecstLab ne sta per “sfornare” altre due. Una Silicon Valley a Milano? «La Silicon Valley così com’è è incopiabile, per contesto e condizioni – ricorda Santambrogio – ma sta a noi creare qualcosa di simile o ancora migliore. In realtà non stiamo creando la Silicon Valley, ma Milano».