LUCA SALVI
Cronaca

"L'Expo Gate di via San Marco": ecco qui i silos dimenticati

I residenti li hanno ribattezzati così. "Son lì da due anni e non si sa quando li leveranno"

I silos in via San Marco

Milano, 22 dicembre 2016 - I residenti li hanno ribattezzati «l’Expo Gate di via San Marco: son lì da due anni e non si sa quando li leveranno». I ristoratori a ridosso della struttura non sono del tutto insoddisfatti: con l’area riqualificata, hanno avuto più spazio per i dehor. I commercianti dall’altra parte della via bocciano: «Un pugno nell’occhio». E il Municipio 1 ha cominciato a muoversi. Stiamo parlando dei sette silos in corten (acciaio che dà un color ruggine) altri 10 metri per 3,5 di diametro che dalla primavera 2015 stazionano in via San Marco tra gli incroci con Moscova e Fatebenefratelli. Impossibili da non vedere, ma pochi sanno cosa siano. «Un pugno nell’occhio, li avrei fatti di vetro», accusa Giorgio Tavolini, che lavora in zona.

I residenti di via Solferino, con balconi affacciati su San Marco, hanno scritto a più riprese al Municipio 1: «Deturpano una delle più belle zone. Non dovevano sparire dopo Expo?». I commercianti, da “Up to date’’, temporary outlet di moda, al Caffè Ponte Nuovo, li ritengono «antiestetici. Abbiamo sentito che potrebbero toglierli a febbraio». Preside e vicepreside del liceo Parini concordano: «Orribili». A fianco dei silos sono esposti i menù dei ristoranti Botinero e Timè. E il titolare del Timè, Francesco Sciacca, apprezza che «l’installazione abbia liberato lo spazio antistante questo lato di strada dal parcheggio. Abbiamo avuto più spazio per sistemare i tavolini fuori. Certo, chiudono la visuale».

Ma per un tenente colonnello del regio esercito come Pio Bruni, storico residente, «non se ne capisce l’utilità». I sette silos sono stati innalzati in occasione del Salone del mobile 2015, per ospitare eventi del Fuori Salone. Hanno un nome: «Solis silos, nutrirsi di luce». Artefice Mario Nanni, art director dell’azienda Viabizzuno. Sono rimasti per Expo e Fuori Salone 2016, offrendo «un percorso multisensoriale per far cultura della luce». «Non molto frequentato», sostengono i residenti. Piante e lampade corredano il tutto su una piattaforma di legno. Sui tempi di rimozione, l’azienda non è stata in grado di dare risposte: Nanni è all’estero. Si sta muovendo il Municipio 1, rivela Luca Foschi, assessore alla Cultura Pd: «Stiamo raccogliendo informazioni. Era nata come installazione temporanea. Vibizzuno è una realtà stimolante, ma non è il caso che quei silos rimangano lì».