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Silvia Romano, Scientifica: lanciata bottiglia contro casa sua

L'ipotesi della Polizia dopo rilievi su cocci di vetro. Si indaga anche su minacce e frasi d'odio. Il palazzo della cooperante 'sorvegliato' dalle pattuglie

Polizia scientifica in azione

Polizia scientifica in azione

Milano, 13 maggio 2020 - Una bottiglia di vetro sarebbe stata lanciata contro il palazzo dove vive Silvia Romano. La bottiglia che si sarebe rotta sul davanzale della finestra pochi metri più in basso rispetto a quella del secondo piano, da cui si è affacciata la cooperante milanese quando lunedì è tornata a casa. È l'ipotesi che emerge al termine del rilievi effettuati in circa due ore dalla Polizia scientifica, che ha fotografato e repertato cocci di vetro verde sul davanzale al primo piano e per strada, in corrispondenza della finestra. 

Messaggi con frasi d'odio

Nel frattempo sono al vaglio degli investigatori dei Ros di Milano decine di messaggi social indirizzati a Silvia Romano e recanti frasi d'odio. L'analisi è appena cominciata, dopo che ieri la ragazza è stata ascoltata per ore in procura, nell'ambito dell'indagine per minacce aperta dalla sezione antiterrorismo guidata dall'Aggiunto di Milano Alberto Nobili. Stamattina gli investigatori si sono recati nell'abitazione in via Casoretto, dove la giovane cooperante abita insieme alla madre e alla sorella, ma si sarebbe trattato solo di una visita di cortesia cui ha partecipato anche il comandante del Ros, Andrea Leo. Prosegue comunque il passaggio frequente di pattuglie delle forze dell'ordine lungo la via.

Dalla vetrata del portone nel quartiere Casoretto sono stati tolti quasi tutti i cartelli con i messaggi di benvenuto per la giovane cooperante. Ne sono rimasti un paio, l'ultimo è una composizione poetica, scritta a penna su un foglio bianco, 'Canto per Silvia', un messaggio contro i tanti insulti ricevuti dalla ragazza dopo il ritorno in Italia e l'annuncio della conversione all'Islam. "Perdonali Silvia. Perché non sanno quello che dicono. Purtroppo, non sapranno mai cosa dire. Perché anche se loro vanno in chiesa tutte le domeniche non sanno per quale dio pregare", recita il testo firmato dall'artista Riccardo dell'Orfano, che si conclude così: "E se l'umano che rede in dio diventa disumano, allora non credo più in dio, credo in me e in te Silvia Romano".