GUIDO BANDERA
Cronaca

Mediaset senza Silvio Berlusconi: cosa c’è dietro la lettera di Piersilvio ai dipendenti

Continuità nel solco del padre ma anche volontà di rassicurare i mercati. Gli eredi controllano ora un colosso da 3,8 miliardi di euro di fatturato appetito da molti

Cologno Monzese, la torre con l'antenna di Mediaset e il "Grazie Silvio"

Cologno Monzese, la torre con l'antenna di Mediaset e il "Grazie Silvio"

Milano, 13 giugno 2023 – Dietro il messaggio di affetto e commozione per i dipendenti di Mediaset una rassicurazione diretta agli operatori finanziari, agli azionisti e agli analisti che si interrogano sul futuro del colosso televisivo privato. Ecco il vero senso della lettera firmata da Pier Silvio Berlusconi. In una parola: continuità. "Adesso il nostro dovere è seguire la sua impronta indelebile, lavorare, lavorare, lavorare”.

Pier Silvio Berlusconi in una foto col padre
Pier Silvio Berlusconi in una foto col padre

Per Pier Silvio, il giorno dopo la scomparsa del padre non è però solo il momento del lutto privato. Voci, dubbi, scenari, insieme alla crescita delle quotazioni dei titoli, con i mercati che scommettono su novità negli assetti dopo l’addio al fondatore, richiedono polso fermo e presenza pubblica per gli eredi che, con sette holding, controllano ora un colosso da 3,8 miliardi di euro di fatturato.

Il manifesto all'ingresso del quartier generale di Mediaset a Cologno Monzese
Il manifesto all'ingresso del quartier generale di Mediaset a Cologno Monzese

Così, alla vigilia delle esequie, il secondogenito del Cavaliere scrive una lettera a tutti i dipendenti Mediaset, la costola televisiva di cui è vicepresidente e ad. Parole di cuore, ma soprattutto un messaggio ai mercati. Sullo schermo circolare in cima alla torre di Cologno Monzese, migliaia di automobilisti che sfrecciano sulla Tangenziale Est possono leggere due frasi che sostituiscono il logo azzurro: "Grazie Silvio” e “Ciao papà”. Non è solo il saluto dei figli, ma anche quello della creatura al suo demiurgo: 4.889 impiegati, tecnici, artisti, i due terzi in Italia e il resto in Spagna, che come ogni giorno sono andati a lavorare nel villaggio dei sogni di viale Europa, dove gli studi degli anni Ottanta si affiancano alle palazzine più recenti, in un dedalo di tetti e monoliti di vetro. Per la prima volta l’uomo che ha creato tutto non c’è più.

Rassicurazioni

E Pier Silvio li rassicura, come fa anche con gli azionisti. “Carissimi tutti, sento il bisogno di scrivervi perché so quanto era importante per mio padre farvi sapere l’amore e il grande orgoglio che ha sempre provato per la nostra azienda e tutti noi”. L’incipit della lettera e le prime righe sono innanzitutto un omaggio al patriarca.

“Ogni volta che mi diceva "Sono orgoglioso di te e di quello che fai”, ho sempre saputo benissimo che si rivolgeva a tutti noi: io da solo non avrei potuto fare nulla. Nulla". E ancora: “Lui vi ha sempre amato tutti, uno per uno”. Ma il senso del messaggio è l’impegno della famiglia per il futuro: “Seguire la sua impronta indelebile”.

Continuità, ma anche apertura: "Dobbiamo guardare avanti e impegnarci ancora di più. Dobbiamo costruire un gruppo ancora più forte”. Una segno di stabilità in uno scenario che per gli analisti resta un rebus: il possibile uso del golden power da parte del Governo per non lasciare in mani straniere asset strategici, ma anche la partita delle reti di ripetitori, con Rai Way e la gemella berlusconiana Ei Towers in cerca di un equilibrio. “Ci aspettiamo che il gruppo operi in continuità”, è il parere di Intermonte, secondo cui non si assisterà a cambiamenti neppure nell’azionariato di Mediolanum, di cui Fininvest detiene circa il 30%.

Vendita?

Ma c’è anche chi ritiene possibile una vendita, anche alla luce di una minore esposizione della famiglia sulla scena politica e di una successione tutta da scrivere, fra i figli di Carla Elvira Dall’Oglio dal un lato, e quelli di Veronica Lario dall’altro. Ipotesi. L’unica realtà ora sono le cifre: il 49% delle azioni Mediaset è nelle mani degli eredi e la televisione non è scalabile, se l’unità degli azionisti regge. Ma a Cologno rimane il convitato di pietra Vivendi, la holding di Vincent Bolloré, che nel 2016 tentò di conquistare l’impero sfiorando il 30%. "Silvio ha lasciato un segno indelebile, il suo fascino e la sua energia rimarranno nella memoria di tutti”, è il ricordo dei francesi. Distensione. Ma gli scomodi soci d’Oltralpe sono ancora lì. Nell’accordo di pace, Fininvest ha riacquistato il 5% di Mediaset da Vivendi che si è impegnata a vendere il resto delle azioni se il titolo fosse restato alto nelle quotazioni. Ma i prezzi sono scesi e Vivendi controlla ancora il 23% delle televisioni.