Il trapper milanese di 20 anni Mohamed Lamine Saida, in arte Simba La Rue, è stato scarcerato ed è tornato agli arresti domiciliari. Un mese si trovava già ai domiciliari, ma dopo essere stato scoperti a dare festini in casa con amici spacciatori e una ragazza “seminuda” era tornato dietro le sbarre. Il trapper è indagato per due aggressioni commesse nell’ambito di una faida con la crew rivale capeggiata da Baby Touché.
Il Tribunale del Riesame di Milano ha accolto il ricorso dell’avvocato del trapper, Niccolò Vecchioni, e ha disposto la scarcerazione (per ora non sono state pubblicate le motivazioni). Gli erano stati concessi i domiciliari per motivi di salute, per proseguire le cure alla gamba ferita e operata dopo un agguato subito il 16 giugno dello scorso anno.
La difesa aveva fatto riferimento alle "perduranti gravi criticità relative allo status fisico del Saida”, ferito ad una gamba nel corso di un agguato e operato nei mesi scorsi. Condizioni che “non consentano la permanenza dello stesso presso un istituto di pena”. Il giudice, secondo la difesa, aveva «trascurato di operare l'opportuno» e “imprescindibile bilanciamento tra il disvalore dalle violazioni e la tutela della condizioni di salute dell'interessato”.
Per Simba, ma anche per il collega trapper e amico Baby Gang, anche lui difeso dall'avvocato Niccolò Vecchioni, il prossimo 28 marzo inizierà davanti al gup Fanales l'udienza preliminare a carico pure di altri imputati e che riunisce i due filoni delle indagini milanesi, uno su una cosiddetta «faida tra trapper» e l'altro su una sparatoria vicino a corso Como, zona della movida milanese.