Milano - «L’idea è molto buona, non solo perché questo sistema trattiene rifiuti ma anche perché non succhia energia. Anzi, è in grado di produrla". Simone Lunghi, istruttore di canoa soprannominato “l’angelo dei Navigli” perché da anni tiene puliti i canali milanesi raccogliendo bici e monopattini gettati dai vandali (e che lo scorso dicembre ha ricevuto l’attestato di benemerenza civica durante la cerimonia degli Ambrogini d’oro), promuove le “boe dentate” che anche a Milano potranno contribuire a ripulire le acque. "Ma – aggiunge – sono molto più utili su fiumi e in luoghi rovinati da rifiuti “galleggianti”. A Milano la situazione è diversa".
Com’è? "Intanto, sottolineo che a livello generale ci sono due tipi di inquinamento: liquido, il più pericoloso, dovuto a scarichi civili e industriali, e fisico, che riguarda rifiuti galleggianti e immersi. Nei Navigli di Milano, fortunatamente non c’è inquinamento liquido. Per quanto riguarda invece i rifiuti a pelo d’acqua: se ne vedono, ma la situazione non è allarmante. Le “boe” potranno sì aiutare a eliminare bottiglie di plastica e altri rifiuti galleggianti ma il vero problema riguarda tutto ciò che è immerso e che si deposita sui fondali". Quindi bici, monopattini, carrelli della spesa, "che sono facilmente individuabili e relativamente semplici da rimuovere", evidenzia Lunghi, che dal 2016 ha raccolto 900 bici dentro i Navigli, insieme ai suoi aiutanti. Ma anche bottiglie di vetro, tappi, cellulari e svariati oggetti che non galleggiano. "Difficili da vedere e anche da afferrare. Ci vorrebbe una pinza lunga due metri. Questi si possono eliminare solo durante i periodi di secca". Lunghi vede quindi l’utilizzo delle boe come un primo passo, "che potrà servire anche a sensibilizzare i cittadini a non abbandonare i rifiuti".