Mariano
Corso*
I benefici e le opportunità che derivano dallo smart working riguardano non solo le organizzazioni e i lavoratori, ma anche una maggiore sostenibilità sociale e ambientale.
A evidenziarlo la ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno ‘Rivoluzione Smart Working: un futuro da costruire adesso’.
Secondo le grandi imprese, la sua applicazione su larga scala favorisce l’inclusione delle persone che vivono lontano dalla sede di lavoro (81%), dei genitori (79%) e di chi si prende cura di anziani e disabili (63%).
La possibilità di lavorare in media 2,5 giorni a settimana da casa porterà poi a significativi risparmi di tempo e risorse per gli spostamenti: 123 ore l’anno e 1.450 euro in meno per ogni lavoratore che usa l’automobile per recarsi in ufficio.
In termini di sostenibilità ambientale, infine, si può stimare che l’applicazione dello smart working ai livelli previsti dopo la pandemia comporterà minori emissioni per circa 1,8 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, pari all’anidride carbonica che potrebbero assorbire 51 milioni di alberi.
I benefici sociali e ambientali dalla diffusione dello smart working ai livelli oggi previsti sono troppo rilevanti per non essere considerati nelle scelte politiche e occorre sottolineare che sono benefici che potrebbero quasi raddoppiare se si estendesse l’applicazione dello smart working ai livelli che i lavoratori desiderano e che la pandemia ha dimostrato essere già possibili con le tecnologie attualmente a disposizione.
*Osservatorio
Smart working
Politecnico di Milano