MONICA AUTUNNO
Cronaca

Smart working, ecco i fondi Il Comune diventa “hi-tech”

Melzo, variazione di bilancio per l’acquisto di dispositivi necessari a garantire il lavoro da remoto dei dipendenti. Ma in Consiglio non mancano gli scettici

di Monica Autunno

Nuovi computer, cuffie, auricolari, tablet, licenze Microsoft per videoconferenza, annessi e connessi: variazione di bilancio in Consiglio, spese “tech” per lo smart working. "L’emergenza ci sprona in questa direzione, ed è una strada che ci accompagnerà in futuro: è indispensabile che la dotazione sia al meglio". In aula, un lungo dibattito sullo smart working in Comune. Fra favorevoli e scettici. E fra i prudenti, anche il sindaco Antonio Fusè: "Ai miei dipendenti continuo a ricordare che siamo un’amministrazione pubblica e che abbiamo dei doveri. Lo smart working è una modalità indispensabile e di cui vogliamo garantire la migliore funzionalità. Ma la presenza e la vicinanza fisica al cittadino restano valori insostituibili". È stato il vicesindaco e assessore al Bilancio, Flavio Forloni, a descrivere l’altra sera il nuovo pacchetto acquisti: "Al comparto ‘tecnologico’ avevamo già destinato dei fondi. Abbiamo dovuto procedere anche con una variazione di bilancio, sebbene di lieve entità". Anche a Melzo, 110 dipendenti con cinque posizioni organizzative (gli ex dirigenti), lo smart working era stato avviato a marzo. "In questa fase abbiamo implementato, ci aggiriamo oggi sul 50% complessivo". Non per tutti i settori l’attività smart è totalmente applicabile. "Siamo ancora in una fase di osservazione. I servizi tecnici stanno lavorando bene da remoto, così il settore contabile. Chiaro vi sono servizi ‘indifferibili’ che vanno mantenuti in presenza e settori delicati in cui la percentuale di smart working è inferiore".

La “macchina tecnologica” ha la sua importanza. "Sicuramente. Speriamo, fatti gli ordini, di avere quanto occorre in tempi brevi. In questo periodo quasi tutti stanno acquistando materiale informatico, c’è un ingolfo". In consiglio contributi vari: il problema fiducia, le garanzie di efficienza, il contatto fisico con il cittadino. Gli scettici tranchant: "Tendenza preoccupante - così Pinuccia Banfi (Pd) - in questo modo non riusciremo a garantire la sopravvivenza delle relazioni". Gli ottimisti: "La via è quella - spiega Stefano Palilla, M5S -: lavorare finalmente per obiettivi e non per orari". I realisti: "Credo che un fannullone in ufficio lo sarà anche a casa, e viceversa un gran lavoratore continuerà a lavorare - dice Aurora Palermo, capogruppo delle Liste Civiche -. Non mi farei tanti problemi: si fa ciò che ora è indispensabile fare". Concorda il vicesindaco: "Molti riferiscono di lavorare molto di più, e molto meglio, da casa. Comunque ora il nostro obiettivo è che tutto funzioni al meglio". Nei prossimi giorni un regolamento sullo smart working, "corredato di linee operative e dettagli su come procedere: è in fase di ultimazione, lo presenteremo quanto prima".