SIMONA BALLATORE
Cronaca

Smartphone persone ai bambini? Sconsigliatissimo prima dei 14 anni: ecco perché

Primo documento con le linee guida di pedagogisti, pediatri e Comune rivolte a famiglie e scuole. Oggi il primo cellulare arriva a 11 anni. “Troppi rischi, serve un bilanciamento tra schermi e attività motoria”

Le linee guida sono frutto di due anni di lavoro e di ricerca che ha coinvolto 15mila persone

Le linee guida sono frutto di due anni di lavoro e di ricerca che ha coinvolto 15mila persone

“Il possesso di uno smartphone personale con connessione libera a Internet è fortemente sconsigliato sia nel periodo della scuola primaria che in quello della secondaria di primo grado”: è una delle “Raccomandazioni di Milano per il benessere e la sicurezza digitale di bambini e pre-adolescenti“, presentate ieri, in apertura della “Digital Week“, e frutto di due anni di lavoro e di ricerca che ha coinvolto 15mila persone, con l’Università di Bicocca e il Comune di Milano in prima linea, insieme ad Ats e provveditorato, al gruppo “Aspettando lo smartphone”, alla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche Lombardia e al Corecom.

Sotto la lente un’indagine sull’“età giusta“: il primo smartphone in città viene concesso spesso a 11 anni (nel 52,7% dei casi) anche se le famiglie concordano sul fatto che sarebbe meglio attendere i 14 anni. Da qui erano partiti focus group e tavoli di lavoro per arrivare - per la prima volta - a un documento condiviso che facesse anche scuola a livello nazionale. Le “Raccomandazioni di Milano“ si aprono con un primo punto: “Una buona educazione digitale dei bambini discende dalla consapevolezza degli adulti”.

Per poi chiedere di “bilanciare il tempo-schermo complessivo e lo spazio dedicato ad attività motorie e alle relazioni in presenza, che devono sempre essere privilegiate”. Si chiede una “autonomia digitale crescente e fase specifica”: “Si prediligano utilizzi volti alla socializzazione (ad esempio videochiamate, immagini da condividere con parenti e amici), creativi, critici, in ambienti pensati per l’educazione e guidati dagli adulti, piuttosto che usi di mera fruizione, non accompagnati e nelle piattaforme commerciali”, raccomanda “Milano“, ribadendo che “è sconsigliato concedere completa autonomia nella navigazione su Internet sia durante l’infanzia che durante la preadolescenza perché a queste età i bambini non sono ancora in grado di gestire adeguatamente alcuni rischi presenti in rete”.

“È invece consigliabile per i genitori e gli adulti di riferimento (genitori ed educatori) essere presenti, accompagnare e supervisionare i propri figli nelle prime esperienze con il digitale, anche applicando opportuni filtri per i contenuti e limiti di tempo”. Le Raccomandazioni di Milano sono frutto di una ricerca-azione svolta sotto l’ala dell’ecosistema Musa, con fondi del Pnrr, e sono “un punto di partenza concreto, un riferimento che permette di superare la polarizzazione delle posizioni sui temi educativi e allo stesso tempo evita il non sottrarsi a un dibattito che ha un carattere non solo locale, ma che viene affrontato in tutto il mondo e che non deve lasciare sole le famiglie”, sottolinea la vicesindaco e assessore all’Istruzione Anna Scavuzzo.