Milano – Hanno superato di nuovo la soglia di allerta i livelli di polveri sottili nella città metropolitana di Milano e nelle province di Monza Brianza, Lodi e Cremona. Tornano quindi, da domani 31 dicembre fino a che non rientrerà l’allarme, i divieti alla circolazione delle auto inquinanti e le limitazioni agli impianti di riscaldamento. I dati sulla qualità dell’aria pubblicati dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Arpa) hanno certificato per il terzo giorno consecutivo il superamento dei livelli di PM10, cioè le microparticelle potenzialmente pericolose per la salute prodotte dagli scarichi dei veicoli e dai processi di combustione industriali e residenziali.
Considerate le previsioni meteorologiche, favorevoli all’accumulo degli inquinanti in tutti questi territori, dalla mezzanotte del 31 dicembre si attiveranno le misure temporanee di primo livello in tutte le province sopra elencate. In cosa consistono? In tutti i comuni con più di 30.000 abitanti, nonché in quelli che hanno aderito su base volontaria, sarà vietata la circolazione alle automobili fino a euro 1 con motore a benzina e fino a euro 4 con motore diesel, anche se dotati di filtro antiparticolato efficace o aderenti al servizio Move-In.
Inoltre, in tutti i comuni delle province interessate – a prescindere dalla dimensione – sarà vietato utilizzare gli impianti termici alimentati a legna o biomassa legnosa fino a 3 stelle comprese e sarà imposto il divieto di spandimento dei liquami zootecnici (salvo iniezione e interramento immediato), nonché la riduzione di 1 grado delle temperature massime nelle abitazioni e il divieto di qualsiasi tipo di combustione all’aperto.
Cos’è il PM10
Cioè che viene denominato PM è l’abbreviazione della locuzione “particulate matter”, usata per identificare le dimensioni delle particelle che costituiscono l’aria: più sono piccole, più entrano a fondo nel corpo umano causando, potenzialmente, danni. Il PM10 si chiama così perché è formato da particelle con un diametro inferiore al centesimo di millimetro (10 micrometri) e può raggiungere le parti interne del naso e della laringe, mentre particelle poco più piccole – come il PM2,5 – possono depositarsi nei bronchi e nei polmoni.
I rischi del PM10
L’Istituto superiore della sanità spiega che l’esposizione prolungata a questo tipo di particelle può causare “disturbi (sintomi) e cambiamenti della funzione respiratoria (bronchiti, asma che possono anche richiedere il ricovero ospedaliero)”. Nei casi più gravi anche infiammazioni acute delle vie respiratorie, crisi di asma, e alterazioni del funzionamento del sistema cardiocircolatorio.
Inoltre, “l’esposizione al pulviscolo più piccolo (PM2,5) è stata associata ad un aumento della mortalità per malattie respiratorie e ad un maggior rischio di tumore delle vie respiratorie. I tumori sono stati collegati anche alla presenza di sostanze cancerogene attaccate alla superficie delle particelle che, attraverso il PM2,5 possono arrivare fino alla parte più profonda dei polmoni, dove sono assorbite dall'organismo”.