
'Se i social network fossero sempre esistiti'
Milano, 17 dicembre 2016 - Quante volte ci siamo chiesti: cosa penserebbe questo o quel grande personaggio del passato del mondo di oggi? Come reagirebbe di fronte a un evento di cronaca, politica e - perché no - di costume? E soprattutto: utilizzerebbe Facebook, Twitter, Instagram? Nell’era dei social e degli smartphone non è del tutto ozioso porsi questa domanda, magari provando a immaginare un’ipotetica conversazione tra scrittori, poeti, e uomini illustri di diverse epoche magicamente riuniti in una chat simile a un festoso banchetto di parole lanciate in preda a un momento di goliardia. Tranquilli, non è necessario scervellarsi troppo, con il rischio di frenare la fantasia: c’è chi ci ha già pensato da tempo.
Nel 2014 è infatti nata la pagina Facebook “Se i social network fossero sempre esistiti”, a cura di Francesco Dominelli, 29enne calabrese trapiantato a Milano il quale, assieme alle valigie, ha portato con sé anche una grande passione per i classici della letteratura italiana che sposa a un’analisi del mondo contemporaneo e delle sue contraddizioni. E poco importa se a qualche esclamazione dotta si sostituisce l’immediatezza degli hashtag: il risultato è un ingranaggio che funziona. Basta far parlare i numeri: la pagina ha infatti raggiunto oltre 1 milione di fan e vanta 20mila interazioni a post. E allora ben venga che a Dante girino i ‘gironi’ ogni volta che gli italiani massacrano il congiuntivo. Né vi sarà nulla da obiettare sul fatto che persino Enrico VIII possa permettersi di ironizzare sulle dimissioni Renzi dopo la vittoria del NO al referendum costituzionale: ‘Qui è rotolata un’altra testa ma stavolta, giuro, non è colpa mia’.
Dominelli, negli ultimi tempi i classici della letteratura italiana stanno spopolando e si registra un interesse crescente nei confronti della storia. La sua pagina è, in questo senso, uno strano esperimento che unisce goliardia e tracce letterarie del passato. Come le è venuta l’idea?
“Più che idea la definirei una grande avventura nata nel 2014 con altri tre colleghi che, per ragioni personali, hanno poi abbandonato il progetto. Per cui mi sono ritrovato da solo in questo mondo fantastico, che ho deciso di rielaborare a modo mio grazie ai social. Ho sempre avuto una grande passione per la letteratura, anche se oggi lavoro in un’agenzia che si occupa di comunicazione. All’inizio la pagina era quasi un gioco, adesso si è trasformata in un lavoro a tempo pieno. Ma voglio chiarire subito una cosa”.
Dica
“Questa pagina nasce solo per divertire. Non intendo mica insegnare qualcosa a qualcuno, anche se in tanti mi hanno ringraziato per aver risvegliato l’interesse per la letteratura”.
A che tipo di utenti si rivolge?
“A tutti, anche se per interagire con determinati post e comprenderli a fondo è inevitabile possedere un buon bagaglio culturale. Mi spiego: se non hai mai studiato un po’ di filosofia, è difficile capire la battuta di Socrate sulla cicuta. Se non si è mai familiarizzato con un po’ di letteratura, l’esternazione di Pirandello ‘un ballo in maschera per Capodanno’ non sarà facilmente comprensibile. Lo stesso si può dire delle continue esternazioni di Leopardi e dello stesso Dante, anche se grazie agli ammonimenti di Virgilio via Whatsapp certe affermazioni del sommo poeta fiorentino si afferrano di più perché prima dell’italiano poetico c’è quello ‘corrente’”.
Se non erro, tra i tanti personaggi che popolano il suo social-pantheon ce ne sono alcuni imprescindibili. Oltre a Dante e Leopardi non mancano mai Verga, Pirandello e D’Annunzio, ma fanno capolino anche alcuni protagonisti della modernità come Primo Levi, Freud ed Einstein.
“È vero. E magari risultano anche più comprensibili perché sono più vicini a noi. Dopo la vicenda relativa al presunto falso sequestro di Lapo Elkan a New York, Primo Levi avrebbe commentato: ‘Sequestro è un uomo’. La contemporaneità offre grandissimi spunti e spesso si abbina alla perfezione a certi detti popolari”.
Dica la verità, fa tutto da solo o qualcuno le dà una mano?
“In realtà cerco di cavarmela da solo, anche se ogni tanto qualche suggerimento arriva. Tra l’altro, ho la media di un post al giorno per cui devo scervellarmi per trovare sempre nuovi contenuti. Spesso mi capita il cosiddetto colpo di genio, altre volte è più complicato, ma poi la soluzione arriva sempre”.
I suoi temi sono molto trasversali, dalla politica all’attualità passando per la religione. Le è mai capitato di far spazientire qualche lettore?
“A volte sì, specialmente per certi post su Gesù - o dovrei dire di Gesù (ride) - che però, ci tengo a ribadirlo, non hanno nulla di blasfemo. Ironizzare spesso serve anche a parlare dei temi più delicati”.
Come avviene la scelta dei suoi personaggi?
“Cerco di privilegiare i più popolari, cioè quelli che tutti abbiamo studiato a scuola. Poi elaboro il loro abito social in base alle mie conoscenze. Leopardi, per esempio, spesso fa la parte dello ‘sfigato’, anche se a ben vedere era un genio assoluto che aveva precorso i tempi. Dante è molto saccente, ma se lo può permettere. Verga utilizza un linguaggio popolare crudo in omaggio al Verismo, D’Annunzio è molto pungente. Dietro la parodia c’è uno studio molto attento. Direi una filosofia vera e propria”.
Dal social al libro il passo è breve?
“Sì, le do questa notizia in anteprima. Il prossimo anno è prevista una pubblicazione che raccoglierà il best of della pagina”.
Casa editrice?
“(Ride). Ora mi chiede troppo”.