STEFANO PILLITTERI
Cronaca

“Paga o ti portiamo via la casa”: come difendersi dalle persecuzioni delle società di recupero crediti

Le pratiche aggressive delle società di recupero crediti: minacce, chiamate ossessive e falsità. Il diritto del debitore di difendersi legalmente

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Le pratiche aggressive delle società di recupero crediti: minacce, chiamate ossessive e falsità

Chiunque sia in ritardo con il pagamento delle rate di un finanziamento, presto o tardi fa la conoscenza con le società di recupero crediti. Non è mai piacevole. Spesso si giunge ai limiti della persecuzione. Si tratta di società cui il titolare del credito ha conferito mandato di recuperare il dovuto e che verranno remunerate con una percentuale sul recuperato. Non possono contrattare direttamente accordi di rientro. E nemmeno agire in via giudiziaria. Il loro compito è solo quello di convincere il debitore a saldare l’insoluto. Purtroppo capita sovente che utilizzino mezzi molto aggressivi. Su tutti le minacce.

"Paga o ti portiamo via la casa", "paga o rischi di finire in galera", "paga o ti pignoriamo lo stipendio". Ovviamente sono tutte infondate. Nessuno viene arrestato per morosità. Lo strumento più utilizzato è il telefono. Chiamate continue e ossessive in un crescendo di toni minacciosi. Alcune società giungono a mandare un operatore a casa del malcapitato. E, spesso, costui si contrabbanda come una sorta di ufficiale giudiziario.

Mi è capitato di vedere un “avviso di accesso”, lasciato nella casella delle lettere di un mio assistito, che aveva tutte le caratteristiche di un atto del Tribunale. Ovviamente un occhio esperto sa cogliere subito la mistificazione. Ma su chi è meno avveduto può fare effetto. Sono metodi legali? Assolutamente no. Minacce, chiamate continue, false informazioni sono vietate dalla legge.

È vietato anche rivolgersi a soggetti terzi (familiari, colleghi) rivelando la situazione di indebitamento dell’interessato. Oltre un certo limite possono, poi, configurare degli illeciti penali. Nessun operatore può, ad esempio, pretendere di entrare in casa. Se lo fa senza consenso è violazione di domicilio. Di fatto, però, si tratta di metodi estremamente diffusi. Il debitore si sente in colpa e li vive con rassegnazione. È, invece, suo pieno diritto denunciare vessazioni all’autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm). In caso di violazioni aventi rilievo penale, invece, andare direttamente dai carabinieri.