SIMONA BALLATORE
Cronaca

Soderbergh, tournée milanese: "Sale piene, bellezza non scontata. L’esperienza-cinema sopravvivrà"

Il regista ha fatto tappa al Beltrade, al Colosseo e all’Anteo con “Black Bag - Doppio gioco“ "Cominciamo a mentire appena impariamo a parlare. I rapporti umani sono un atto di fede".

Steven Soderbergh al cinema Colosseo per l’anteprima del suo ultimo film, “Black Bag - Doppio gioco“

Steven Soderbergh al cinema Colosseo per l’anteprima del suo ultimo film, “Black Bag - Doppio gioco“

"Anche questa volta non sono riuscito a vedere nulla della città, ma vedo questa sala bellissima. E io non do per scontato che le persone vengano al cinema per un’esperienza di visione insieme". Steven Soderbergh è al “Colosseo“ per l’anteprima del suo ultimo film, Black Bag - Doppio gioco, che uscirà nelle sale dal 30 aprile. È una delle tappe clou della sua “maratona milanese“, che lunedì ha attraversato anche il cinema Beltrade e l’Anteo Citylife, tutti e tre sold-out. "Fortunatamente per voi questo film non è sperimentale", strizza l’occhio al pubblico per accompagnarlo dentro la sua spy story romantica. "Adoro i film di spionaggio", confessa il Premio Oscar, che per l’ultimo suo intrigo internazionale ha ingaggiato anche Cate Blanchett e Michael Fassbender, con i quali aveva già lavorato: "Sembrano algidi, la coppia che formano è solitaria. Ma vedremo calare la maschera". Il binomio tradimento e fiducia è cruciale. "Non appena gli esseri umani sviluppano la capacità di parlare cominciano a mentire – dice Soderbergh, strappando un sorriso complice al pubblico milanese –, perché siamo convinti che, se c’è una cosa che desideriamo, dicendo la verità non riusciremo mai a ottenerla. All’inizio della storia dell’umanità il desiderio era una caverna più grande, credo che ciascuno di noi porti con sé questo desiderio di presentarsi agli altri in un modo leggermente diverso da quello che è nella realtà. E questa realtà drammatica è un ottimo punto di partenza per raccontare delle storie". Che sono uno specchio della vita?

"Qualunque rapporto umano, che sia di amicizia, che sia di amore all’interno di un matrimonio o il rapporto tra un genitore e un figlio, non può fare altro che basarsi sulla fede. È un atto di fede. Giustificabile, ma tale è", sottolinea. "Spero che l’idea di vedere un gruppo di persone a cena vi entusiasmi: sono le sequenze di azione del film", dà un assaggio di Black Bag e della sfida che terrorizzerebbe qualunque regista: l’azione a tavola. Così ha creato "un’escalation di tensione, senza consentire agli spettatori una distrazione". "Sarete voi a dirmi se ci sono riuscito – continua il regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, montatore e sceneggiatore statunitense –. Si tratta sicuramente di scene che mi hanno reso molto nervoso perché volevo che il punto centrale ruotasse attorno ai personaggi, alle loro vicende e alla trama del film. Dovevo essere al servizio della storia: ho cercato di trovare questo equilibrio tra l’aspetto visivo e la dinamica tra i personaggi". Novanta minuti di tensione. "Apprezzo questa durata. E adoro i film di spionaggio", ribadisce Steven Soderbergh a Milano: "Ho avuto la fortuna di avere letto per primo la sceneggiatura, ho subito accettato, altrimenti il secondo l’avrebbe fatta sua". Si spengono le luci, “azione“ su tre sale del cinema, piene. Che Soderbergh ringrazia: "Credo valga la pena fare insieme l’esperienza di un’opera d’arte di cui si discute la sopravvivenza. Sopravvivrà".