MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Sofia Castelli, l’amica faccia a faccia con l’assassino: "Non avrei voluto vederlo, è stato agghiacciante”

Aurora Fiameni era nella stessa casa della vittima quando è stata uccisa, oggi è parte civile nel processo. "Atqaoui mi fissava? Io cercavo di non guardarlo. Mi ha colpito per la sua impassibilità"

Da sinistra, Sofia Castelli e Aurora Fiameni

Milano – “È stato agghiacciante. Non avrei mai voluto rivederlo". Aurora Fiameni parla di Zakaria Atqaoui, il 23enne imputato davanti alla Corte di Assise di Monza per l’assassinio dell’ex fidanzata ventenne Sofia Castelli. Lo ha rivisto ieri, a distanza di 5 mesi e mezzo, in occasione della prima udienza in tribunale.

Lei, la migliore amica di Sofia, che la mattina del delitto dormiva a casa sua, ma in un’altra stanza, e che si è risvegliata a delitto compiuto, confessato dal ragazzo a una pattuglia della polizia locale incrociata in strada poco dopo. Era l’alba del 29 luglio scorso quando Sofia fu uccisa nel sonno a coltellate nell’appartamento in cui viveva con la sua famiglia (in quel momento fuori città) a Cologno Monzese. Atquaoui si era nascosto nell’armadio aspettando il rientro della giovane dopo una notte trascorsa in discoteca con l’amica. "Per me – ripete Aurora, che al processo è parte civile – è stato tutto agghiacciante. Essere in quell’aula, ripensare a quei momenti, soprattutto rivedere Atqaoui. Mi ha colpito il fatto che fosse impassibile".

L’imputato  camicia bianca, giacca nera, capelli rasati e codino legato dietro la testa, ha fumato una sigaretta prima di arrivare in aula. Poi, tra i presenti, qualcuno ha fatto notare che lo sguardo del ragazzo fosse puntato continuamente proprio su Aurora. "Ho letto questo sulle testate online – fa sapere la ragazza – ma io non mi sono accorta di questo suo presunto atteggiamento, perché cercavo di non guardarlo. Non sopportavo la sua vista. Quelle poche volte in cui ho alzato la testa ho notato che fosse impassibile. E, nei momenti in cui io lo guardavo, lui non mi stava osservando. Avrei preferito non vivere la scena di oggi, non avrei voluto neppure immaginarla. Soprattutto non avrei voluto rivedere Zakaria Atqaoui. Desidero che il processo si concluda in fretta e che la pena sia esemplare. Deve pagare. Sofia merita giustizia".

Dopo l’udienza, la ragazza, provata, ha sentito il bisogno di riposare. Il giorno prima, nelle sue storie di Instagram, Aurora ha postato un ricordo di Sofia: loro due in macchina, insieme, a maggio del 2023. Due mesi prima del delitto. Aurora Fiameni e Sofia Castelli si erano conosciute sui banchi di scuola al liceo delle Scienze umane Fabio Besta di Milano, in zona Cimiano, e col tempo sono diventate inseparabili. La sera prima dell’omicidio, le due amiche erano andate a ballare in una discoteca di via Corelli ed erano rientrate all’alba. Sofia ha postato la sua ultima storia sui social proprio prima di rientrare a casa, immortalando il sole che sorgeva. Le due sono poi andate a dormire in due stanze separate, perché avrebbero dovuto alzarsi a orari diversi. Per Aurora, il risveglio è stato traumatico. "Mi sembrava surreale svegliarmi e vedere i carabinieri – ha raccontato al Giorno nei mesi scorsi –. Mi sembrava una situazione assurda. Non sapevo neppure che Sofia fosse morta". E quando l’ha saputo? "Non mi è stato detto nulla perché dovevo essere interrogata in caserma ma dopo 4 o 5 ore ho iniziato a intuire che fosse successo qualcosa di molto grave a Sofia. La mattina del 29 luglio una parte di me è morta con lei, una parte di me non tornerà indietro. Ma una cosa è certa: il mio cuore apparterrà per sempre a Sofia e tutto quello che farò sarà per lei. Io frequento la facoltà di Scienze umane all’Università Statale e non passa giorno che non pensi a lei. Voglio realizzare i miei sogni anche per Sofia, che non ha avuto la possibilità di diventare grande".

Lo scorso novembre, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, nel cortile del liceo Besta è stata inaugurata una panchina rossa dedicata a Sofia, che sarà per sempre un simbolo contro i femminicidi. Non un oggetto come un altro ma un monito quotidiano a combattere la violenza, sempre, anche nelle piccole azioni di tutti i giorni e in ogni sua forma, come è stato sottolineato nel corso della mattinata organizzata proprio in memoria della ragazza e voluta da Teresa Tedeschi, professoressa di francese che ha avuto Sofia come allieva per tutti gli anni delle superiori. Tra gli ospiti: Aurora Fiameni e Rosana Di Cillo, altra amica della ragazza. "E non ci fermiamo qui". Altri progetti sono in arrivo, in nome di Sofia.