MILANO – Un bacio sulla targa appena svelata e poi la mano che si appoggia sul cuore. Così Diego Castelli cerca l’ennesimo contatto impossibile con sua figlia Sofia davanti all’aula che l’università Bicocca le ha appena intitolato.
Anche Daniela, mamma della ragazza uccisa a 20 anni dall’ex fidanzato il 29 luglio dell’anno scorso, tocca la targa e non riesce a trattenere la commozione, travolta anche dall’affetto dei tanti ragazzi che hanno partecipato alla cerimonia. "Per noi – dice la donna – è sempre una fatica partecipare alle iniziative in memoria di nostra figlia. Viene voglia di rinunciare per la pena che ci provoca, ma poi ogni volta ci facciamo coraggio e partecipiamo. Lo facciamo per Sofia, perché lei si merita tutto".
Sofia Castelli frequentava il primo anno di Sociologia nell’ateneo milanese quando alle prime luci del 29 luglio 2023 Zakaria Atqaoui, l’ex fidanzato di Sofia che non accettava la rottura della relazione, piombò fuori dall’armadio in cui era nascosto da ore, in casa della ragazza a Cologno Monzese, e la accoltellò a morte mentre dormiva.
E proprio l’università ha voluto rendere duratura la memoria di Sofia intitolandole un’aula al terzo piano del dipartimento di Sociologia. Una piccola aula ma dal grande significato, come ha sottolineato la rettrice Giovanna Iannantuoni durante la cerimonia di intitolazione. "Questo momento così emozionante – ha detto la rettrice – vuole essere innanzitutto un gesto di affetto, una carezza che vogliamo dare a Sofia. Quest’aula però è anche un monito e uno strumento per farci riflettere. Come università ci stiamo interrogando su cosa si può fare di fronte a casi come questi. Di fronte alle domande che si fanno, innanzitutto gli studenti". La risposta – prosegue Iannantuoni – dev’essere innanzitutto culturale, perché "chiaramente c’è una cultura radicata, non solo nel nostro Paese, che vede troppo spesso la donna come un elemento di possesso o anche di realizzazione di sé da parte dell’uomo". Perché la violenza nasce anche da qui. Non solo quella fisica. La rettrice della Bicocca punta infatti l’attenzione anche sulla "violenza economica, cioè quella che impedisce a una donna di realizzare se stessa professionalmente. Viviamo in un Paese in cui la forza lavoro femminile attiva è la più bassa dei Paesi europei. In Italia una donna su due lavora, il che vuol dire che una su due non lavora. Quindi immaginate quante idee meravigliose e innovative rimangono nella testa e nel cuore di queste donne. E, tornando alla nostra Sofia, quante delle sue idee meravigliose non potremo mai vedere per colpa di questo omicidio".
La professoressa Sonia Stefanizzi, direttrice del dipartimento di Sociologia della Bicocca, ha poi voluto sottolineare la funzione che la nuova Aula Sofia Castelli avrà: "Sarà un luogo di studio e di memoria, ma sarà anche un luogo dove studenti e docenti potranno discutere, confrontarsi. Uno spazio di condivisione dove le idee di giustizia, uguaglianza e rispetto per gli altri saranno al centro del nostro lavoro. Per fare in modo che ogni donna possa vivere libera da ogni forma di paura".
La professoressa si è poi rivolta direttamente alla mamma e al papà di Sofia: "Di certo le parole non possono alleviare il vostro dolore. Ma spero che possiate trovare conforto nel sapere che la comunità accademica di Milano-Bicocca ricorderà Sofia per sempre".