MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Sofia Castelli e il mancato ergastolo all’ex fidanzato killer, la madre: “Lo abbiamo aiutato, ci ha fatto del male e adesso le attenuanti”

Lo sfogo su Instagram di Daniela Zurria dopo le motivazioni della condanna a 24 anni di Zakaria Atqaoui, al quale sono state riconosciute le attenuanti generiche

Sofia Castelli con la madre Daniela Zurria

Sofia Castelli con la madre Daniela Zurria

Milano – "Visto che siete riusciti a valutare che il ragazzo era in difficoltà, perché non avete tenuto conto di chi l'ha aiutato? Il messaggio che avete dato è: non aiutate persone in difficoltà perché se poi vi fanno del male avranno le attenuanti... Complimenti". E' il messaggio postato su Instagram questa sera da Daniela Zurria, la mamma di Sofia Castelli uccisa a vent'anni il 29 luglio dello scorso anno dal suo ex fidanzato, il 23enne Zakaria Atqaoui, che si è nascosto nell'armadio di casa (la casa in cui era stato accolto durante il periodo del Covid) per poi uccidere la ragazza nel sonno con 8 coltellate.

Il ragazzo è stato condannato a 24 anni di carcere. Non all'ergastolo perché, pur avendo ucciso "con coscienza e volontà" Sofia Castelli, per la Corte d'Assise di Monza merita le attenuanti generiche per il "comportamento collaborativo" e per la giovane età dell'imputato, che "risulta incensurato e alla prima esperienza giudiziaria", nonché per la sua storia familiare, apparsa "particolarmente disagiata e difficile".

Queste motivazioni, rese note nei giorni scorsi, hanno evidentemente infiammato ancora di più gli animi di familiari e amici della vittima che si aspettavano la condanna all'ergastolo come chiesto dalla pm monzese Emma Gambardella. Già alla lettura della sentenza c'erano state urla e lacrime. "Giustizia per Sofia" è il messaggio ribadito anche al corteo organizzato in suo onore nel giorno in cui avrebbe compiuto 21 anni, lo scorso 28 maggio, da Cimiano (dove la ragazza ha frequentato l'Istituto Besta) fino a Cologno Monzese, la sua città.

Ora, la madre Daniela ripete nella sua "storia" di Instagram "Giustizia per Sofia Castelli", concludendo così il suo messaggio e aggiungendo un cuoricino rosa. Il colore preferito di sua figlia. La donna si rivolge ai giudici, sentendosi (intuiamo) doppiamente beffata dato che i Castelli avevano accolto il giovane italo-marocchino, senza una famiglia, a casa loro durante il lockdown. Giovane che ha poi ucciso sua figlia e a cui sono state concesse le attenuanti. "Il messaggio che avete dato è: non aiutate persone in difficoltà".

Interviene anche Gualtiero Nicolini, presidente dell'Associazione Scarpetta rossa: "Anche la giovane età - commenta - è stata considerata un'attenuante, dimenticando che Sofia aveva 20 anni e che le è stata tolta la vita per sempre. La condotta processuale, a mio avviso, non può ritenersi equivalente alla palese premeditazione, al fatto che Sofia stava dormendo e non ha avuto la minima possibilità di difendersi. A breve valuteremo insieme alla famiglia le nuove iniziative di ‘Ora parla Sofia’ per cercare di darle una giustizia vera".