Cologno Monzese (Milano), 1 Marzo 2024 - “Voglio chiedere scusa alla famiglia e a tutti quelli a cui ho causato disagio”. Lo ha detto in aula Zakaria Atqaoui, che all’alba del 29 luglio 2023 ha ucciso a coltellate nel sonno la ex 20enne Sofia Castelli dopo essersi nascosto nell’armadio della casa della ragazza. Per il 23enne la Procura ha chiesto l’ergastolo.
Solo queste parole dopo la richiesta di rilasciare spontanee dichiarazioni oggi alla ripresa del processo davanti alla Corte di Assise di Monza, dove si sono costituiti parti civili i familiari di Sofia, gli zii e i nonni paterni e materni della ragazza. Parte civile anche l'amica Aurora, che dormiva nella stanza accanto a Sofia quando è stata uccisa.
Si è costituito per avere un risarcimento dei danni anche il Centro anti violenza di Milano, primo centro in Italia per la tutela delle vittime di abusi. Il 23enne è detenuto in una sezione protetta, dove è stato trasferito dal carcere di Monza in cui sosteneva di non sentirsi al sicuro. Anche la prima avvocata che lo difendeva è stata minacciata e ha rinunciato.
Per Zakaria Atqaoui la pm della Procura di Monza Emma Gambardella ha chiesto il giudizio immediato contestandogli l’omicidio con le aggravanti dei futili motivi, della premeditazione e dell'uso del “mezzo insidioso” di nascondersi nell’abitazione della vittima per tenderle l’agguato mortale. Aggravanti che impediscono di avvalersi del rito abbreviato con lo “sconto” di pena quindi al dibattimento rischia davvero l’ergastolo.
L’esito del processo è scontato, tanto che il difensore del 23enne non ha presentato una lista di testimoni e ha accettato il deposito degli atti di indagine. Era stato infatti lo stesso Zakaria la mattina dell’omicidio a fermare una pattuglia della polizia locale e, ancora sporco di sangue, a confessare di avere ucciso la ex, ossessionato che vedesse un altro ragazzo.