Sofia Castelli, a un anno dall’omicidio. L’amica: “La mia vita è stata stravolta, il vero carcere è di chi resta”

La giovane è stata uccisa dall’ex fidanzato, condannato in primo grado a 24 anni di reclusione. L’associazione Scarpetta Rossa ha diffuso un video con una sorta di racconto, in prima persona –ma letto dalla zia Alexandra – degli ultimi istanti di vita della giovane vittima

Milano, 29 luglio 2024 – Un anno senza Sofia Castelli. La giovane, uccisa un anno fa nella sua casa di Cologno Monzese dall'ex fidanzato Zakaria Atqaoui, condannato in primo grado dal Tribunale di Monza a 24 anni di reclusione, sarà commemorata al cimitero comunale di Cologno Monzese.

Da sinistra Sofia Castelli, uccisa dall’ex compagno, insieme all’amica Aurora Fiameni
Da sinistra Sofia Castelli, uccisa dall’ex compagno, insieme all’amica Aurora Fiameni

Nel frattempo, la sua amica Aurora Fiameni, 20 anni, ha voluto ricordala in un post sul suo profilo Instagram: “Il 29 luglio 2023, da quando ho aperto gli occhi, la mia vita è stata stravolta e non è stata più la stessa. È stato un anno difficile, tra interrogatori, avvocati, processi, ma soprattutto un anno senza te e ancora non sono riuscita a lasciarti andare. Ricordo quella giornata, è fissa nella mia testa, e mi scende una lacrima a ripensare a me stessa in quelle circostanze, sola e impaurita, faccia a faccia con la morte. Siamo stati tutti traditi da un amico, fratello, figlio o conoscente, la verità è che il vero carcere lo sta scontando chi ti ha conosciuta e amata, chi è rimasto”. E ancora: “Oggi spero si possa chiudere un cerchio e cercare di ricostruire la mia vita un po’ alla volta e in primis me stessa, senza pensare alle noi spensierate e felici del passato prima di questo maledettissimo giorno, quei momenti li tengo nel mio cuore ben custoditi”. “Grazie a chi è rimasto, a chi se ne è andato e a chi è entrato nella mia vita , e grazie a te Sofi per quello che hai fatto e farai per me. É un giorno triste per tutti,moriamo una seconda volta. Ciao amore mio”, ha concluso la giovane. Accanto ai suoi pensieri, alcune fotografie: dal luogo dove riposa Sofia, pieno di fiori, al giorno del funerale, fino a un tatuaggio dedicato alla sua amica e a uno scatto che le immortala insieme mentre sono abbracciate e fanno una buffa smorfia. 

Aurora Fiameni insieme a Sofia Castelli (Foto video Instagram)
Aurora Fiameni insieme a Sofia Castelli (Foto video Instagram)

Il video: “Ero felice...”

Sempre in occasione dell’anniversario della morte di Sofia, l’associazione Scarpetta Rossa ha diffuso un video con una carrellata di immagini della giovane vittima e come sottofondo una sorta di racconto, in prima persona – ma letto dalla zia Alexandra – degli ultimi istanti di vita. “Ero felice perché avevo passato una serata bellissima con le mie amiche, avevamo riso tanto e mi sentivo bene. Ancora due giorni e sarei partita per la Sicilia, le mie meritate vacanze estive mi stavano aspettando. La mia valigia era quasi pronta, l’avevo lasciata aperta sul tavolo in camera mia per metterci dentro le ultime cose. Avevo anche comprato il telo di Barbie e non vedevo l’ora di sfoggiarlo”. L’audio prosegue: “Ero felice perché a breve sarebbe arrivato il mio primo stipendio da maestra. Qualche giorno fa avevo chiesto un piccolo prestito a mia mamma, ma l’avevo subito tranquillizzata ‘appena mi arrivano i soldi ti restituisco subito tutto’. Ero felice perché forse avevo trovato la mia strada, mi piaceva lavorare con i bimbi. oltre che molto paziente, mi divertivo con loro e mi volevano bene”. “Ero felice – racconta ancora – perché solo un mese prima avevo preso la patente, anche se per evitare parcheggi complicati, parcheggiavo comodamente a un chilometro da casa. E poi i miei genitori mi avevano comprato una macchina usata tutta per me”.  “Ero felice – si sente ancora nell’audio – perché assaporavo l’indipendenza dei miei vent’anni e non avevo mai incontrato o conosciuto la violenza nella mia vita”. Poi, riguardo la storia con Zakaria: “Ero tranquilla perché avevo finalmente lasciato il mio ragazzo. All’inizio non riuscivo perché mi diceva che aveva solo me nella sua vita e non aveva altri interessi e avevo paura di farlo soffrire. Ma era diventato troppo possessivo, non potevo trascorrere serate con le mie amiche senza che mi seguisse. Ero tranquilla perché lo avevo lasciato,con lui era finita, avevo finalmente fatto la cosa giusta”. Infine: “Ero tranquilla e felice perché quella sera con le mie amiche avevo riso tanto e non vedevo l’ora di iniziare un nuovo capitolo della mia vita”. Poi, le ultime parole: “Sono Sofia Castelli, il 29 luglio sono stata uccisa dal ragazzo che diceva di amarmi” .

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L’omicidio

L’omicidio risale all’alba del 29 luglio di un anno fa, rientrate da una serata in discoteca, Sofia e Aurora decidono di dormire in due stanze diverse dell'abitazione della famiglia Castelli, perché Aurora dovrà svegliarsi prima. Non sanno che, nascosto nell'armadio della stanza di Sofia, Atqaoui, in preda alla gelosia, sta attendendo il ritorno dell'ex fidanzata: non accetta di essere stato lasciato. L'aggredisce a morte nel sonno con numerose coltellate, mentre Aurora dorme nella camera accanto.

In Bicocca una targa in memoria di Sofia

A un anno dalla scomparsa, l'Università di Milano-Bicocca ha intitolato una delle sue aule a Sofia Castelli. Nel corso della cerimonia, che si è svolta la scorsa settimana, alla presenza dalla famiglia della giovane, la rettrice Giovanna Iannantuoni ha svelato la targa commemorativa.  “L'Università di Milano-Bicocca è da sempre impegnata nella promozione e nella sensibilizzazione sul tema dell'eliminazione della violenza contro le donne – ha ricordato l’Ateneo -. L'iniziativa intende rendere imperituro il ricordo di Sofia Castelli, sottolineando come l'Università sia il luogo da cui deve partire quella rivoluzione culturale necessaria per prevenire e combattere ogni forma di violenza”. 

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Una panchina rossa

Lo scorso novembre, nel liceo Fabio Besta di Cimiano, scuola che frequentava Sofia, è stata inaugurata una panchina rossa con la foto della ragazza. Un luogo che resterà un simbolo contro la violenza sulle donne. Non un oggetto come un altro ma un monito quotidiano a combattere la violenza, sempre, anche nelle piccole azioni di tutti i giorni e in ogni sua forma.

La panchina rossa dedicata a Sofia Castelli all'istituto Besta di Cimiano (Foto facebook Maria Rosaria Delle Serre)
La panchina rossa dedicata a Sofia Castelli all'istituto Besta di Cimiano (Foto facebook Maria Rosaria Delle Serre)