Cologno Monzese (Milano), 29 febbraio 2024 – “Non ha senso ed è del tutto ingiustificato morire così, a 20 anni, come Sofia e la stessa Giulia (Cecchettin, ndr) per mano di chi aveva promesso amore eterno". Non si dà pace Aurora Fiameni, migliore amica di Sofia Castelli, uccisa a coltellate dall'ex fidanzato Zakaria Atqaoui, 23enne italo-marocchino, il 29 luglio scorso, a Cologno Monzese. “Ci si dovrebbe interrogare su queste vicende da subito senza attendere di esserne protagonisti”, osserva la giovane alla vigilia della seconda udienza del processo a Zakaria Atqaoui, domani in Corte d'Assise a Monza.
La giovane, che dormiva nella stanza accanto a Sofia durante il delitto, torna a parlare dell’amica che ha perso e ricorda anche un’altra delle tante, troppe vittime di amori malati, Giulia Cecchetin. Un modo per “non spegnere l'attenzione” sui femminicidi, dice. “Nessuno riporterà in vita la mia amica, la mia anima gemella con cui ho condiviso la mia adolescenza noi attendiamo giustizia su questa vicenda che ha segnato la mia vita e quella dei suoi cari e spero che questa storia possa essere un monito per le coscienze di tutti”.
Il post pubblicato ad agosto scorso
Parole che ricordano quelle scritte dalla giovane lo scorso agosto, quando in una lunga lettera a cuore aperto, pubblicata sui social, Aurora ricordava: “Sono passati giorni da quella notte, da quello strazio e io non riesco ad andare avanti con la mia vita, stento a crederci. I sensi di colpa mi stanno divorando, la notte devo prendere delle pillole per dormire se no ho gli incubi, e quel che è peggio è che non ho potuto fare niente per aiutarti, per salvarti”. Poi la conclusione con una promessa all’amica che non c’è più: “Ti renderò orgogliosa di me, un giorno mi laureerò come ci eravamo promesse e farò grandi cose in tuo nome. A 20 anni non si può e non si deve morire quell’animale pagherà mia dolce Sofia”.