Milano – Agguato al campo rom di via Chiesa Rossa. Un’Audi Station Wagon nera si ferma all’improvviso. Poi la scarica di colpi d’arma da fuoco diretti verso due precisi bersagli: Marco e Kevin D., padre e figlio rispettivamente di 58 e 29 anni. È successo ieri, poco dopo le 21. I due si sono poi presentati in ospedale, uno all’Humanitas di Rozzano, il genitore, e il figlio al San Paolo. Nessuno dei due è in pericolo di vita. Ma chi ha sparato? E perché? Sono in corso le indagini dei carabinieri. In via Chiesa Rossa sono intervenuti subito i militari del Nucleo Radiomobile, una volta che alla centrale operativa dell’Arma è arrivata la segnalazione dai due nosocomi. Ora il Nucleo investigativo guidato dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino è al lavoro per ricostruire la dinamica e rintracciare chi ha sparato. Sul posto fino a tarda sera anche la Sezione investigazioni scientifiche per i rilievi.
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Stando a quanto emerso al momento, a bordo dell’auto nera c’erano quattro persone a volto coperto. Il mezzo si è fermato all’ingresso del campo, all’estrema periferia sud della città. Poi i colpi esplosi verso l’interno, indirizzati a padre e figlio, centrati entrambi alle gambe. I carabinieri hanno poi raccolto una decina di bossoli. I due feriti si sono accasciati a terra, verosimilmente sono stati soccorsi da altri nomadi all’interno del campo. Nessuno però ha chiamato l’ambulanza.
I due quindi sono stati accompagnati da familiari o amici nei due ospedali, Marco D. all’Humanitas e il figlio Kevin D. al San Paolo. E quando i due uomini si sono presentati nei rispettivi pronto soccorso, mostrando le ferite d’arma da fuoco, dagli ospedali è scattata la segnalazione ai carabinieri, attorno alle 21.30. Poi le pattuglie hanno raggiunto il campo nomadi. Campo in cui più volte sono emerse situazioni di illegalità, e che il Comune ha intenzione di chiudere: “La Giunta ha avviato il percorso per il superamento del campo rom di via Chiesa Rossa, nel solco della strategia sui campi autorizzati portata avanti da diversi anni”. Iter da cominciare un censimento, e garantendo tutela alle persone in condizioni di fragilità. Il progetto del campo, che sorge su un’area comunale, risale al 1999 e l’insediamento è attivo dal 2002. Dall’ultimo censimento risultano circa 250 persone presenti, la quasi totalità delle quali di nazionalità italiana e residenza milanese. All’occupazione di spazi non compresi nell’area autorizzata si aggiungono gravi problemi dovuti agli allacci abusivi alla fornitura elettrica.