di Laura Lana
Le telecamere le invocano da anni, come una maggior sicurezza in un quartiere che ha subìto più di un episodio allarmante. "La zona è abitata da oltre 10mila colognesi. Ci auguriamo che vengano presto installati sistemi di videosorveglianza, anche nella stazione della metropolitana di Cologno Sud, visto l’elevato numero di viaggiatori che la frequentano". A chiederlo sono il comitato Albatros e il comitato dei Cigni da sempre attivi nel rione (il secondo ha anche attivato un gruppo di controllo di vicinato proprio per segnalare situazioni di degrado e di insicurezza). "Riteniamo prioritaria la sorveglianza o perlomeno la videosorveglianza in aree sensibili, come la stessa stazione, più volte interessata da situazioni di illegalità - commentano i presidenti dei comitati Luigi Ciampaglia ed Enrico Olmari -.
Solo pochi giorni fa è avvenuta la sparatoria a livello dei binari per una lite tra un “pistolero”, poi arrestato con mezzo etto di droga e una decina di stranieri fuggiti: per fortuna si trattava di una scacciacani". Nei giorni scorsi hanno anche scritto una lettera al comandante della polizia locale Silvano Moioli. In realtà, un progetto per ampliare la videosorveglianza a Cologno c’è da mesi, ma è stato rallentato a causa della crisi della Giunta Rocchi, che prima di cadere a luglio, neanche riusciva ad approvare le delibere. Il piano, elaborato dalla polizia locale, prevede di coprire proprio le fermate della metropolitana, compresa quella di Cologno Sud, installando una ventina di telecamere nelle tre stazioni della linea verde. Un programma che va a completare l’ampliamento del circuito iniziato anni fa dai varchi di ingresso e uscita e continuato con gli "occhi" collegati al comando nei punti cittadini come piazze, parchi e giardini (compreso l’Olaf Palme di via Papa Giovanni XXIII, dove nel 2017 ci fu un’altra sparatoria).