REDAZIONE MILANO

Spazzacamin, pensieri non ha... Rivive il fascino dell’"uomo nero"

In Valle Vigezzo il raduno internazionale, li applaudono in 30mila di Bruna Bianchi

Festa dedicata agli spazzacamini

Milano, 7 settembre 2015 - Cam caminì, cam caminì, spazzacamin, allegro e felice pensieri non ho...cantava così Mary Poppins, e con quella faccia allegra e festosa, sporchi di fuliggine (finta) 1.060 spazzacamini si sono riuniti in una sfilata record in Valle Vigezzo, che si dirama tra la Val d’Ossola e la Svizzera. E in quale altro luogo potevano ritrovarsi tutti insieme, se non nella patria piemontese che li ha visti nascere ed emigrare in Europa? Li hanno accolti festosamente 30 mila persone, bimbi, adulti e anziani corse a vedere quell’enorme riunione di uomini vestiti di nero per vivere una domenica da favola. E invece non era proprio un personaggio romantico lo spazzacamino che dal 1500 agli inizi del 1900 lasciava terre povere di montagna (la Valle Vigezzo, ma anche la Valle Cannobina, la Valle Mosso, la Valle dell’Orco e la Val d’Aosta) per fare un mestiere decisamente sporco e pagato briciole, pericoloso e duro. Erano per lo più bambini di cinque o sette anni tenuti magrissimi dai loro padroni spazzacamini, ad infilarsi nelle canne fumarie, lontani dai loro genitori che avevano così una bocca in meno da sfamare, chi in Olanda, chi a Vienna, chi a Lione, chi ad Amsterdam o a Parigi. Una vita infame per i «bocia» della Valle Vigezzo. I camini andavano puliti internamente stando in cima al tetto e inserendo nel comigliolo il riccio (attrezzo metallico a forma di raggiera) e di notte per loro c’era solo un pagliericcio duro.

Nell'immaginario collettivo lo spazzacamino è una figura allegra e spiritosa. Stornelli popolari e a doppio senso hanno trasformato nei secoli questi poveri emigranti in fuligginosi arrivi nelle case, capaci di sedurre le casalinghe con quei denti bianchi in mezzo a un viso annerito e la loro strana assonanza con un superuomo che corre sui tetti, impavido e forzuto che spazza via anche la malinconia. A Santa Maria Maggiore, che ospita anche un museo dedicato all’antichissimo mestiere, la sfilata degli uomini neri ha creato non pochi ingorghi. Ma i treni della ferrovia Vigezzina e il treno degli spazzacamini, per la prima volta avviato quest’anno, hanno sorpreso tutti e il divertimento è stato assicurato. È stata, quella di ieri, la 34esima edizione del raduno internazionale dello spazzacamino organizzato dall’Associazione nazionale spazzacamini, dal Comune e dalla Pro Loco. Gli uomini neri oggi non esistono più, ma gli spazzacamini esistono ancora e la loro mansione è diventata di grande responsabilità perché deve garantire oltre alla pulizia della canna fumaria, anche il corretto funzionamento per il pericolo di avvelenamento da monossido di carbonio. Tra l’abito non più da poveracci, la faccia non più nera e gli attezzi della pulizia cambiati, un po’ di poesia è andata a farsi benedire. Il raduno internazionale in fondo è servito a questo: uno dei più antichi mestieri nato per colpa della povertà sopravvive e mostra, almeno una volta all’anno, la sua faccia (nera) da favola a lieto fine.