Spioni e spiati: le prossime tappe dell’inchiesta tra chat, mail e file da selezionare

La Procura di Milano pronta a stilare un primo elenco di testimoni da ascoltare. Giovedì i primi interrogatori di garanzia, spuntano dossier su magnati russi

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Entra nel vivo l'indagine sui dati informatici privati rubati a politici, imprenditori e semplici cittadini da una presunta centrale di hackeraggio a Milano

Milano – Un pool investigativo del Ros dei carabinieri è già al lavoro da giorni, dopo gli arresti e le perquisizioni di venerdì scorso nell'inchiesta della Dda di Milano sul presunto "network di spioni", sull'acquisizione di documenti e materiale dalla mole di dispositivi sequestrati. Mentre la Procura di Milano nei prossimi giorni stilerà un elenco di primi testimoni e di persone da sentire nell'indagine che identifica nella società milanese Equalize la centrale dello spionaggio su commissione e non solo.

Da quanto si è saputo, per quanto riguarda il materiale informatico sequestrato è ancora in corso la fase di selezione e acquisizione dai dispositivi e poi, probabilmente con una maxi consulenza “irripetibile”, ossia nel contradditorio con difese e consulenti degli indagati, verranno estrapolati i dati. E solo successivamente partirà l'analisi dei contenuti di mail, chat, messaggi, file, immagini. La Dda dovrà sentire anche molte persone su tutti i capitoli dell'inchiesta, anche quelli più delicati che riguardano presunti dossier su personalità politiche. Nei prossimi giorni verrà valutato da dove iniziare con le convocazioni. 

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Gli interrogatori di garanzia

Sono previsti invece per giovedì prossimo gli interrogatori di garanzia, davanti al gip di Milano Fabrizio Filice, delle sei persone destinatarie di una misura cautelare, di cui quattro finite agli arresti domiciliari. Il 31 ottobre, salvo un cambio di programma, davanti al giudice compariranno l'ex super poliziotto Carmine Gallo in qualità di ad della Equalize e i tecnici della sua squadra, Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli. Inoltre saranno interrogati anche l'ex poliziotto e un finanziere sospesi dal servizio. Tra le accuse a vario titolo associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, intercettazione abusive e rivelazione del segreto d'ufficio.

Il ricorso al riesame 

La Dda di Milano nel frattempo ha depositato in queste ore il ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere tredici custodie cautelari in carcere per gli indagati, tra cui Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci, finiti ai domiciliari su decisione del gip, e gli arresti domiciliari per altri tre, tra cui Enrico Pazzali, titolare della Equalize e presidente della Fondazione Fiera Milano. Il gip Fabrizio Filice, infatti, su 16 posizioni aveva disposto solo quattro misure di domiciliari e due interdittive, non applicando alcuna custodia cautelare per Pazzali. 

Barletta si autosospende

Intanto Pierfrancesco Barletta, indagato anche lui nell'indagine della dda di Milano, ha deciso di autosospendersi dalla carica di vicepresidente di Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi. Lo ha fatto in attesa di chiarire i fatti e rinunciando sin da ora ai relativi compensi.

I dossier sui russi

Dalle oltre mille pagine dell’ordinanza, spuntano anche presunti dossier su cittadini russi. Nunzio Samuele Calamucci, hacker del gruppo e braccio destro di Carmine Gallo, intercettato parla di un "report" su un "famoso oligarca russo" e in altri passaggi i pm scrivono che si è cercato di accertare l'identità del russo e l'unico elemento è "una vicenda che vede coinvolti dei cittadini russi-kazaki (Victor Kharitonin e Alexandrovich Toporov)" e "la costruzione di un hotel a Cortina d'Ampezzo e la gestione di svariati resort di lusso". Un accesso abusivo, poi, avrebbe riguardato Vladimir Tsyganov e Oxana Bondarenko, attivi nel settore moda.

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Spunta il nome di Mentana

Non solo, nelle loro conversazioni gli investigatori della Equalize fanno riferimento anche al direttore del TgLa7 Enrico Mentana. Non è chiaro se il nome del giornalista venga fatto come esempio di personaggio noto appetibile per il gruppo di investigatori oppure se ci sia un interesse concreto. Il dialogo intercettato è tra Giulio Cornelli e l'hacker Nunzio Samuele Calamucci, entrambi ai domiciliari. La conversazione appare piuttosto confusa. I due parlano delle difficoltà a intercettare alcune categorie di “bersagli”. Cornelli "spiega altresi' che, secondo quanto riferitogli dal 'ragazzo giu' che si estrapola ste robe qua', su alcune categorie di persone, quando si esegue l'accesso allo SDI, scatta un alert. A me l'unica cosa che... il... il ragazzo giu' che si estrapola ste robe qua, che mi ha detto che c'ha quelle due o tre categorie che non puo' fare...". Calamucci dice: "I politici...", e Cornelli osserva: "...se no gli parte l'alert, quindi i politici nazionali, uomini di interesse...Mentana ad esempio quella roba li gli parte l'alert”