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Spina bifida corretta in utero, il bambino è nato al San Raffaele

Il neonato è venuto alla luce alla 35° settimana gestazionale compiuta, con taglio cesareo. Sarà seguito e controllato da un team multidisciplinare di specialisti

L'ospedale San Raffaele di Segrate dove è morta la giovane

L'ospedale San Raffaele di Segrate dove è morta la giovane

Milano, 15 gennaio 2019 - È nato a Milano, all'Irccs Ospedale San Raffaele, il bimbo che appena qualche mese fa, quando si trovava ancora in utero, alla 22esima settimana di gravidanza era stato sottoposto a un eccezionale intervento di correzione micro-neurochirurgica completa della spina bifida, mediante una tecnica innovativa. Il neonato è venuto alla luce alla 35° settimana gestazionale compiuta, con taglio cesareo. Oggi i medici possono dire che l'operazione ha portato a un risultato definitivo: il neonato "muove correttamente gli arti inferiori e non avrà quindi bisogno di ulteriori interventi di correzione chirurgica nella sede della pre-esistente spina bifida", spiegano dalla struttura. "Si confermano le attese circa l'efficacia della tecnica adottata dal San Raffaele per la prima volta in Europa".

Il bimbo è stato sottoposto agli esami clinici e strumentali previsti in questi casi e ora sarà seguito e controllato da un team multidisciplinare di specialisti del San Raffaele dedicati allo studio, alle cura e al monitoraggio di tale patologia. A metà ottobre 2018 un'equipe multidisciplinare coordinata da Massimo Candiani, primario di Ginecologia e Ostetricia, e da Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia, è intervenuta per riparare il difetto dorsale congenito del bambino attraverso una procedura unica nel suo genere: entrando nel sacco amniotico attraverso una singola piccola incisione dell'utero, gli specialisti hanno esposto il dorso fetale ed eseguito una correzione totale della malformazione congenita attraverso l'impiego di avanzati strumenti di micro-neurochirurgia, grazie a cui hanno ricostruito le strutture anatomiche malformate.

"Un primato europeo risultante dalla combinazione di tre elementi: il ridotto trauma uterino derivante dalla piccola incisione, la correzione definitiva del difetto mediante tecnica microneurochirurgica e l'epoca gestazionale precoce", afferma Candiani, che aggiunge - Questo risultato, in linea con la più ampia casistica del nostro partner brasiliano, è importante perché offre alle donne in gravidanza, che ricevono una diagnosi di spina bifida fetale, nuove speranze e opportunità terapeutiche".  "La tecnica microneurochirurgica utilizzata - aggiunge Pietro Mortini - già supportata da solide evidenze scientifiche internazionali, mette in luce una volta di più che i bambini con spina bifida operati in utero hanno una prognosi migliore dopo la nascita e maggiori possibilità di recupero rispetto a quelli operati da neonati perché dopo l'intervento di correzione completa del difetto, causato dalla chiusura incompleta di una o più vertebre, il processo di riparazione prosegue nelle settimane successive di gravidanza e porta verso la normalità le strutture e le funzioni neurologiche del bambino".

Questo risultato, raggiunto dopo un lungo periodo di formazione, è stato possibile solo grazie al lavoro di squadra, alle prestigiose collaborazioni internazionali come quella con Fabio Andrioli Peralta - autorevole ostetrico ginecologo esperto in chirurgia fetale di San Paolo (Brasile), che ha sviluppato la tecnica già utilizzata su oltre 200 pazienti - e alla sinergia tra specialisti di diverse discipline, caratteristica dell'Ospedale San Raffaele. L'equipe intervenuta nelle fasi pre-operatorie, interventistiche e post-natali ha coinvolto ginecologi-ostetrici, neurochirurghi, genetisti, neuroradiologi, anestesisti, neonatologi, neurologi, ostetriche, infermieri e puericultrici per assistere il bambino in tutto il suo percorso.