MILANO – Il brutale pestaggio dell’inizio di maggio, quando un 27enne egiziano è stato accerchiato e colpito da un gruppo di uomini armati anche di spranghe e bastoni, abbandonato a terra in un lago di sangue, è solo il caso più eclatante, in una scia di violenze che hanno come epicentro lo scheletro di mattoni e cemento tra via Petrocchi e via Stamira d’Ancona.
Il palazzo abbandonato al civico 40, da tempo rifugio per senzatetto, è stato sgomberato nelle scorse settimane. Poi gli occupanti abusivi sono rientrati, scavalcando la recinzione e inoltrandosi tra il prato incolto e i mucchi di macerie.
Una "terra di nessuno" in zona Gorla-Turro, al bordo dal canale Martesana, che si è creata a causa di un progetto di sviluppo immobiliare che dal 2021 è in stallo, senza una prospettiva di ripresa almeno nel breve periodo. A subire le conseguenze sono le famiglie residenti nella zona che, attraverso un esposto firmato da 47 persone e presentato lo scorso aprile alla stazione dei carabinieri di Gorla Precotto, chiedono interventi per garantire la sicurezza e far finire quelle scene che si svolgono quasi ogni giorno sotto le finestre delle loro case.
Un esposto, indirizzato anche alla Procura, che segnala "il ripetersi di condotte contrarie alla legge e potenzialmente lesive dell’incolumità di noi cittadini residenti e frequentatori della zona". Problemi come risse, aggressioni anche nei confronti dei vigilanti incaricati di sorvegliare l’area del cantiere, "probabile spaccio e consumo di sostanze stupefacenti", episodi di vandalismo, catcalling e molestie nei confronti delle donne, raduni notturni nel parco della Martesana in via Petrocchi.
"La prossimità e il perdurare di queste fonti di disagio – scrivono i residenti – unita al fatto che la zona non è illuminata a dovere né tantomeno sorvegliata e pattugliata, rende molto difficile la convivenza delle persone civili che abitano il quartiere costringendo soprattutto le donne e i più deboli ad avere costantemente paura di uscire o rientrare a casa". Frasi che riassumono l’esasperazione di chi abita nella zona e torna a sollecitare un intervento delle forze dell’ordine, della Procura e della politica per mettere definitivamente in sicurezza l’area e impedire accessi abusivi al palazzo di cinque piani abbandonato. Un problema al centro anche di un’interrogazione presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino, Riccardo Truppo.
La soluzione, però, non sembra all’orizzonte, anche per le 30 famiglie che avevano già contratto un mutuo, investito i loro risparmi e versato anticipi per acquistare gli appartamenti nello stabile mai completato. Alla base del progetto una convenzione del 2017 tra il Comune e la cooperativa Edificare per la "realizzazione e gestione dell’intervento di edilizia residenziale sociale da destinare a servizio abitativo".
Una formula che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto offrire appartamenti a prezzi sostenibili. Nel 2020 sono stati avviati i cantieri, lo scheletro del palazzo è stato completato ma all’improvviso, nel 2021, tutto si è fermato. Problemi tra la cooperativa e la banca partner dell’operazione: è venuta meno, in sostanza, la liquidità per portare a termine l’opera. Nel 2022 i futuri acquirenti avevano anche incontrato l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, chiedendo un intervento del Comune per sbloccare l’impasse. Comune che ora, interpellato dal Giorno, ribadisce l’impegno a "seguire la vicenda per quanto di competenza".