Milano, 15 luglio 2024 – Nella polemica riguardo la scelta della società milanista di costruire il nuovo stadio della squadra a San Donato, si inseriscono anche settanta docenti di tre atenei milanesi. Dopo la rivolta dei cittadini, tra cui anche la nipote di Enrico Mattei, dei monaci dell’Abbazia di Chiaravalle e dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, settanta docenti di Politecnico, Statale e Cattolica hanno fatto recapitare a Gianni Infantino, presidente Fifa, Aleksander Ceferin, presidente della Uefa e a Gabriele Gravina, presidente Figc una lettera contro la costruzione dello stadio del Milan a San Donato.
Le problematiche ambientali dello stadio
Terreni non urbanizzati e di uso agricolo che comporterebbe vent’anni di tempo per compensare la perdita ambientale del consumo di suolo: sono queste, a grandi linee, le problematiche che hanno evidenziato i docenti. I professori chiedono infatti a Infantino, Ceferin e Gravina di assumere "una posizione netta contro la costruzione di nuove infrastrutture su terreni non urbanizzati".
Le motivazioni, come riporta il Corriere della Sera nelle pagine milanesi, sono ambientali e climatiche per l'enorme impatto dell'impianto sportivo su ampie zone attualmente destinate all'uso agricolo e le problematiche di costruire nuove infrastrutture in aree che non sono edificate. Una pratica che causa "un aumento significativo della CO2 rilasciata in atmosfera a causa della perdita di capacità di assorbimento del carbonio dei suoli edificati", come si legge nella lettera promossa dai professori Arianna Azzellino del dipartimento di ingegneria civile e ambientale del Politecnico e Giorgio Vacchiano del dipartimento di scienze agrarie e ambientali della statale.
I numeri della perdita ambientale
Secondo i docenti firmatari della lettera, il nuovo stadio del Milan comporterebbe la trasformazione di circa 30 ettari di terreno mai urbanizzato, “senza contare che nelle immediate vicinanze del sito proposto per l'impianto si trova l'abbazia di Chiaravalle”.
“Dovendo compensare la perdita ambientale – scrivono i docenti – sarebbe necessario piantare 19 ettari di bosco e 32mila alberi per arrivare in vent'anni a compensare quanto perduto a causa del consumo di suolo che comprende anche diverse aree del Parco Agricolo Sud Milano, riserva naturale dedicata alla protezione di boschi, terreni agricoli e corsi d'acqua".