Milano, 17 settembre 2019 - Resta fermo sulla sua posizione: meglio ristrutturare che demolire lo stadio di San Siro. Il sindaco Giuseppe Sala ribadisce che la linea sua e quella della Giunta comunale è che Milan e Inter «considerino anche l’ipotesi di recupero del Meazza, che è un monumento importante della città. Qualora le società non fossero interessate, ascolteremo le loro ragioni. Al di là dello stadio c’è un tema di valorizzazione dell’area intorno all’impianto. E ogni iniziativa deve tener conto del verde». Il primo cittadino lascia aperte le porte di una trattativa con rossoneri e nerazzurri («se ci fosse un nuovo stadio, troveremmo la formula più adeguata per non penalizzare il Comune»), ma precisa che l’ultima parola sul futuro di San Siro spetterà al Consiglio comunale. E se l’aula di Palazzo Marino dicesse no alla demolizione del Meazza e alla realizzazione di un nuovo impianto? «Sarebbe un problema», ammette Sala, che auspica che l’assemblea municipale esprima una posizione che consenta di trattare una soluzione condivisa con i club: «Non credo che il Consiglio dirà sì o no, c’è un problema di legittimità. Può chiedere delle cose e indicare dei prerequisiti, nel rispetto del Pgt».
Il dialogo tra società e Consiglio inizierà domani, alle 15, quando il presidente del Milan Paolo Scaroni e l’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello si presenteranno a Palazzo Marino per incontrare tutti i capigruppo. Il dialogo parte in salita, i dubbi nella maggioranza di centrosinistra sul nuovo stadio non mancano. Il presidente della commissione Ambiente Carlo Monguzzi (Pd) è netto: «Che le società vogliano lucrare sullo stadio è cosa lecita. Noi amministratori pubblici, però, facciamo un altro mestiere, che è quello di tutelare gli interessi della collettività. Quindi venga ristrutturato lo stadio nelle prossime estati. Ed evitiamo la speculazione edilizia e finanziaria in quella zona». Un «no» al nuovo impianto e alla demolizione di San Siro condiviso nel Pd anche da Alessandro Giungi e Milly Moratti. Il capogruppo dem Filippo Barberis predica prudenza: «Porremmo ai vertici delle società una serie di domande su cui vorremo intavolare il confronto. Sulla base delle nostre domande ci aspettiamo che loro costruiscano o integrino il dossier». Barberis, poi, precisa che non esiste ancora una mozione sul tema («non c’è niente di preconfezionato») e che «la posizione del Consiglio sarà sarà più articolata di un “sì’’ o di un “no’’». Manca ancora un passaggio, però, per dare tutti gli elementi utili all’aula: il 24 settembre i club presenteranno il disegno del nuovo stadio. Fuori da Palazzo Marino, infine, continua il dibattito sul «sì» o «no» alla demolizione del Meazza. Alessandro “Spillo’’ Altobelli, centravanti dell’Inter dal 1977 al 1988 e campione del mondo nel 1982 in Spagna, difende a spada tratta il Meazza: «Abbattere San Siro? Piuttosto mi incateno».