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San Siro, gli architetti di Milano contro il progetto Webuild: “Serve trasparenza su incarichi e procedure”

L’Ordine professionale boccia la decisione del sindaco Sala, che ha chiesto alla multinazionale una proposta per l’impianto sportivo: “Un concorso è lo strumento giusto per garantire trasparenza e pubblico interesse”

Uno dei progetti per il futuro di San Siro

Gli architetti di Milano si schierano compatti contro il progetto presentato dalla multinazionale Webuild per la riqualificazione dello stadio Meazza di San Siro e chiedono maggiore trasparenza sulle procedure per l’affidamento degli incarichi. La proposta a Webuild era stata chiesta dal sindaco Giuseppe Sala per salvare l’impianto: al momento non ha ancora avuto l’assenso di Milan e Inter, ma potrebbe diventare realtà nei prossimi mesi. 

La protesta arriva per tramite dell’Ordine degli architetti della provincia di Milano. “Gli spazi urbani e il loro grande valore collettivo devono essere al centro della visione dell’amministrazione pubblica. Il progetto di architettura ha la capacità di migliorare l’ambiente edificato e intrinsecamente la possibilità di cambiare in meglio la qualità di vita delle persone, dunque dei cittadini”.

"Quello che ci aspettiamo – precisa il presidente dell’Ordine milanese, Federico Aldini – è che il progetto del futuro San Siro tenga conto delle tante riflessioni che hanno accompagnato in questi anni il dibattito pubblico, al quale l’Ordine ha partecipato, di come gli impianti sportivi siano luoghi potenzialmente dinamici, capaci di trascendere dalla loro principale funzione, e di come sia indispensabile trasformarli in centralità attrattive, vissute dalle persone. E come tali vanno ripensati”.

“Come affermato durante il dibattito pubblico, confermiamo che il concorso di progettazione resta lo strumento privilegiato per garantire al contempo trasparenza, meritocrazia e il perseguimento del massimo interesse pubblico nella qualità del risultato. Qualora non ci siano le condizioni per una procedura concorsuale, sottolineiamo l’importanza comunque di preservare la trasparenza delle procedure e garantire una chiara visibilità delle ricadute del progetto sul quartiere e sulla città, per difendere gli interessi di chi la abita”, conclude Aldini.