NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, caccia allo stalker antisemita

Un esponente di spicco della comunità ebraica nel mirino di un ignoto persecutore: tre casi denunciati in poco tempo

Milano, caccia allo stalker antisemita

Milano, caccia allo stalker antisemita

Milano, 4 giugno 2018 - Preso di mira per strada. Sbeffeggiato e attaccato soltanto per il suo essere ebreo, con insulti di chiaro stampo razziale e discriminatorio e canzoni di mussoliniana memoria. Un vero incubo per un sessantenne di Milano, denigrato pubblicamente almeno in tre occasioni e sempre dalla stessa persona negli ultimi mesi. Almeno questo ha raccontato lui nella denuncia presentata in Questura qualche giorno fa, parlando di una persona a lui sconosciuta. L’uomo, membro di spicco della Comunità ebraica meneghina che ha ricoperto un ruolo di primo piano nell’Associazione figli della Shoah e che ha contributo alla realizzazione del museo al Binario 21 della Stazione Centrale, ha riferito alle forze dell’ordine che all’inizio della scorsa settimana, mentre stava passeggiando nella zona di piazza Wagner in compagnia della moglie, ha incrociato quell’uomo, che si è rivolto così alla coppia: «Ebrei di m.».

Mella querela, la vittima ha parlato di altri due episodi del tutto simili, avvenuti nel recentissimo passato: nel primo caso, ancora a due passi dal centro, il misterioso stalker antisemita aveva intonato ad alta voce «Giovinezza, giovinezza», canto goliardico composto nel 1909 da Giuseppe Blanc e Nino Oxilia e poi diventato 16 anni dopo «l’Inno trionfale del Partito nazionale fascista» nella versione rivisitata da Salvator Gotta e approvata dal Direttorio del Pnf; nel secondo caso, l’uomo aveva rivolto al sessantenne un saluto romano per poi allontanarsi come se niente fosse. Un’escalation preoccupante, che per fortuna al momento non è sfociata in aggressioni fisiche nei confronti del malcapitato. Sul caso stanno indagando gli agenti della polizia, che probabilmente hanno già in mano una descrizione dettagliata del sospettato: il sessantenne l’ha visto più volte in faccia ed è stato in grado di riconoscerlo quando per la terza volta se lo è ritrovato davanti. Il fatto che i tre raid siano avvenuti nella stessa zona lascia pensare che il persecutore abiti proprio da quelle parti e che approfitti di ogni occasione buona per tormentare il sessantenne (che invece risulta residente a un paio di chilometri di distanza dai luoghi in cui è stato ripetutamente schernito). Un aiuto agli investigatori potrebbe arrivare anche dall’analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona: gli occhi elettronici – ce ne sono parecchi da quelle parti sia comunali che privati – potrebbero aver ripreso l’ultimo blitz in ordine di tempo.