MILANO – S’era presentato a casa, la casa nella quale avevano abitato da conviventi, e rifiutava in ogni modo di andarsene. Tanto che l’ex compagna, una 36 enne romena, ha dovuto chiamare i carabinieri per farsi proteggere da lui, un 23 enne italiano e sin qui incensurato che, però, le aveva reso la vita ormai impossibile: non accettava la fine della loro relazione e pretendeva di ricucirla mettendo in atto, nei fatti, una vera persecuzione. Appostamenti sotto casa, messaggini ossessivi, comportamenti che hanno convinto i carabinieri del Radiomobile di Milano, chiamati venerdì sera dalla 36enne che non riusciva a fare desistere l’ex convivente molesto, ad arrestarlo per atti persecutori aggravati.
Siamo in via Varesina, alla periferia Nord-Ovest di Milano, ed è venerdì sera quando la donna, esasperata e spaventata, chiede aiuto al 112 per liberarsi dell’ex che si è trasformato in uno stalker e le ha montato l’assedio a casa, rifiutando di andarsene. I militari del Radiomobile, una volta raggiunto l’appartamento, ascoltano il racconto della 36enne, che parla loro degli appostamenti, del martellamento di messaggini, di quel rifiuto sordo e inquietante del 23enne ad accettare di essere stato lasciato.
Atti persecutori che convincono i militari ad accompagnare il giovane in caserma e, dopo aver proceduto ai necessari accertamenti, ad arrestarlo per stalking. Il pm Enrico Pavone ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere. Istanza sulle quale si esprimerà la gip Silvia Perrucci, che domani interrogherà il giovane. La stessa giudice valuterà la posizione dell’uomo armato di mannaia arrestato dai carabinieri in via Padova e di una terza persona finita in cella a San Vittore, sempre per stalking, nelle stesse ore. Anche per loro il pm Pavone ha chiesto la custodia cautelare in carcere, sulla base delle pericolosità sociale dovuta a "condotte reiterate" nel tempo. In questo caso l’arresto è stato eseguito a Rozzano. L’uomo, 53 anni, secondo le accuse perseguitava la ex compagna con telefonate, messaggi e minacce di morte. "Ti taglio la testa", avrebbe affermato in più occasioni, cercando di impedirle di frequentare un’altra persona dopo che la relazione con lui si era interrotta. Un incubo fatto di pedinamenti e appostamenti sotto casa che avrebbe generato nella donna, che lo ha denunciato, uno stato continuo di "ansia e paura".